Gandolfini come come Fischer? Intanto fonda il suo comitato "scientifico" omofobo


Nei primi anni del Novecento figure come Eugene Fischer compirono esperimenti nelle colonie tedesche dell'Africa per produrre un appello contro il matrimonio interrazziale. Ottenne il plauso di svariati paesi europei e, soprattutto, da parte della Germania dove la popolazione era pervasa da sentimenti ultranazionalisti dopo la sconfitta subita nella prima Guerra Mondiale.
Divenuto nel 1930 direttore dell'Istituto di antropologia di Berlino, Fischer entrò nel cerchio magico di Hitler e ottenne ampi fondi per portare avanti le sue analisi sui figli dei meticci, propagandando le tesi della pura razza ariana, della sterilizzazione forzata e del divieto di incroci razziali, che si tradussero nelle leggi naziste di Norimberga del 1935, che proibivano i matrimoni tra cittadini «di puro sangue tedesco» e gli ebrei.

Difficile è non trovare una similitudine fra quella storia e l'autoproclamata "Commissione Scientifica per la Famiglia" con cui gli integralisti cattolici intendono far leva su teorie scientifiche e pseudoscientifiche che possano legittimare la discriminazione.
Il tutto attraverso il contributo di volti già noti della propaganda anti-gay. Basti pensare a come il portavoce sarà ancora una volta Massimo Gandolfini, nonostante risulti già presidente del comitato "Difendiamo i nostri figli", vicepresidente dell'associazione Scienza e Vita, presidente di Vita è, presidente dell'Associazione Medici Cattolici Regione Lombardia, membro del Comitato Etico dell'Ordine dei Medici di Brescia, membro del Board Bioetico della Fondazione Poliambulanza, perito neurochirurgo presso la Santa Sede, membro del Gruppo di Neurobioetica del Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma e membro della Società Italiana Bioetica e Comitati Etici (SIBCE).

Un comunicato stampa descrive così le finalità del "nuovo" gruppo:

La Commissione prenderà in esame la produzione discorsiva sul concetto di ‘gender’ in ambito culturale, mass-mediatico e informativo, politico, giuridico, legislativo e psicologico. Le analisi verranno condotte alla luce degli studi sull’Uomo e sul suo sviluppo psico-fisico e antropologico con lo scopo di produrre informazione scientifica multi e inter disciplinare sulle teorie gender o di genere e sulle ricadute che l’applicazione di queste teorie ha sull’istituzione familiare e sull’identità della persona. Lo spirito è quello di fornire risposte e indicazioni ai cittadini e ai loro rappresentanti politici in materia di salvaguardia e protezione della famiglia, quale unica istituzione preposta all’evoluzione dell’umanità e all’educazione dei bambini, istituzione che in questo modo contribuisce alla stabilità del tessuto sociale.

Insomma, si è partiti dal decidere le tesi finali e ora si cercherà di creare un qualcosa che possa dimostrarle attraverso un metodo non propriamente scientifico. Il tutto con la finalità di fare politica e non di contribuire ad una discussione scientifica in cui i loro "risultati" possano essere verificati da persone compenetranti (tant'è che questa gente ancor oggi cita studi che la comunità scientifica ha cestinato da decenni).

La commissione sarà formata da:
  • Deborah Agostini, biologa e ricercatrice universitaria;
  • Chiara Atzori, medico infettivologo;
  • Alessandro Benigni, filosofo;
  • Giovanni Bonini, medico pediatra;
  • Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, presidente AIPPC;
  • Carla Debbia, medico pediatra;
  • Giuseppe Di Mauro, medico pediatra, presidente SIPPS;
  • Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra;
  • Gilberto Gobbi, psicologo e psicoterapeuta;
  • Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta;
  • Gianluca Marletta, antropologo e saggista;
  • Giuseppe Noia, ginecologo specialista in medicina fetale;
  • Valentina Peloso Morana, psicologa e psicoterapeuta;
  • Enzo Pennetta, biologo e saggista;
  • Enrica Perucchietti, filosofa e giornalista;
  • Renzo Puccetti, medico internista e bioeticista;
  • Lucia Ravenna, psicologa;
  • Giancarlo Ricci, psicanalista e saggista;
  • Giorgio Ricci, professore ordinario di biochimica;
  • Paolo Scapellato, docente universitario di psicologia clinica;
  • Giovanni Stelli, filosofo;
  • Claudio Valisi, filosofo e insegnante di scuola secondaria.

A mostrarci come il comitato non abbia affatto l'aria di una realtà scientifica è anche il fatto che si sia dotato di un "pool di avvocati". Tra loro gli immancabili Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la vita), Lorenzo Borrè, Monica Boccardi (dei Giuristi per la vita), Tomas Delmonte, Giancarlo Cerrelli (segretario nazionale del Comitato Sì alla Famiglia e vicepresidente dell'Unione giuristi cattolici italiani), Maristella Paiar (dei Giuristi per la vita) e Piercarlo Peroni.
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