Gianfranco Amato: «Il gender è moda come Halloween»


La vita di migliaia di giovani lgbt è messa a rischio dalla propaganda criminale dell'integralismo cattolico che, in Italia più che in ogni stato europeo, viene legittimata da potenti lobby politiche e religiose. Ma ogni qualvolta si sottolinei la realtà dei fatti, gruppi di squadristi si organizzano per avviare una macchina del fango contro chiunque osi opporsi al pensiero unico dei loro finanziatori.
Ed è così che Giangranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, è tornato a sia intollerabile che qualcuno possa avare il diritto di poter esprimere pensieri ed opinioni contrari al suo messaggio di morte. Il riferimento è al coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni, che aveva ottenuto l'annullamento della conferenza di disinformazione che il Comune di Monopoli si avrebbe patrocinato per diffondere le teorie ideologiche dell'avvocato.

Nonostante Gianfranco Amato proponga sempre le stesse cose, sempre con le stesse frasi e sempre con la stesse modalità, l'uomo afferma: «Parlano senza aver chiaro il tema. Anzi, non sanno proprio nulla di quello che io parlo e penso che siano vittime del pregiudizio. Cadono in una grossolana forma di ignoranza sul tema».
La sua tesi è che i centinaia di convegni che ha organizzato per sostenere che qualcuno voglia insegnare ai bambini a masturbarsi o che un transessuale debba necessariamente essere castrato siano stati tutti fraintesi. Un'ipotesi che metterebbe seriamente in dubbio la capacita comunicativa dato che se tutti capiscono cose che lui dice di non aver mai detto, allora sarebbe evidente un problema di fondo.

Dalle pagine de La Fede Quotidiana, l'uomo afferma: «Fratoianni, in ottima compagnia, non sa quello di cui io parlo e ancora di più, parla per sentito dire, arrivando a confondere il gender con la omosessualità o la parità di genere. Poche idee e ben confuse».
Anche qui si è dinnanzi ad un particolare importante che sottolinea come il basare la propria campagna discriminatoria su un qualcosa che non esiste sia una modalità che permette sempre di poter sostenere che si stesse parlando di altro. Eppure è nel nome del fantomatico "gender" che il suo gruppo propone rivendicazioni ben precisa: il mancato riconoscimento dei diritti delle minoranze, la privazione dei diritti ai figli delle famiglie omogenitoriali e la fine del contrasto alle violenze omofobiche.

Sempre senza mai chiarire di che cosa si stia parlando, aggiunge: «Io mi limito a dire che il gender è una teoria di estrema pericolosità. Un messaggio devastante sia moralmente che socialmente , da evitare nelle scuole, ma pare avvenga il contrario con la cosiddetta buona scuola di Renzi. Il gender è una finta libertà, anzi è una forma di grave colonizzazione ideologica che proviene dagli Stati Uniti, una moda, come moda è diventato Halloween. Sul punto, peraltro, il Papa ha parlato molto, ma molto chiaro».

Come da copione, il papa diviene lo strumento con cui Amato legittima ogni suo personalissimo impeto discrimiantorio, sperando che il nome del pontefice possa rendere i bigotti delle persone da poter manovrare come burattini per i propri fini. Il Papa non ha mai detto che è giusto che nelle scuole italiane i gay siano picchiati quotidianamente o che le donne sono inferiori all'uomo... ma queste sono le rivendicazioni di chi contesta il contrasto alle violenze di genere. Ed è quindi attribuendo un proprio pensieri al Pontefiche che l'avvocato aggiunge che Bergoglio avrebbe detto «cose che, a chi non vuole comprendere, dispiacciono. Papa Francesco, anzi, è stato durissimo, direi intransigente. Ha usato parole molto più nette e chiare delle mie. Idem il cardinal Bagnasco: tutti omofobi? Ma lasciamo perdere. La verità è che dietro il gender girano enormi quantità di denaro, interessi economici non da poco, insomma una moda istigata e promossa da lobby finanziarie e dal commercio, come accaduto per Halloween appunto. Il punto gravissimo è che il gender se ne frega della diversa identità biologica e fa credere, scivolando nel relativismo culturale ed antropologico, che ciascuno anche a giorni alterni, possa decidere che identità assumere».

L'affronto finale è nei confronti di una stampa che non legittima l'odio e di alcuni sacerdoti che non predicano morte. Riferendosi al presunto "pensiero unico" che sfodera in ogni sua conferenza, l'avvocato aggiunge: «Basta leggere i giornali, o almeno la stampa politicamente corretta. Siamo davanti ad un pesante condizionamento e alla manipolazione. Il Papa su questo punto è intervenuto energicamente almeno 40 volte, ma perché non è stata data rilevanza adeguata a queste affermazioni? Non fanno comodo alla lobby, a chi intende speculare anche commercialmente a fini di lucro. Bisogna dire che sul tema anche qualche sacerdote della Chiesa cattolica si mostra tiepido, seguendo la cosiddetta modernità e dunque la mondanità. E sbaglia».
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