La Santa Inquisizione di Bruno Vespa condanna Charamsa: non c'è posto per i gay


È stata una brutta brutta di televisione, in cui la dignità delle persone è stata calpestata nel nome del pregiudizio e dell'integralismo cattolico.
A dirigere la Santa Inquisizione è stato il solito Bruno Vespa che, con il suo Porta a Porta, ha dedicato la puntata di ieri sera all'attacco e alla diffamazione di Monsignor Charamsa, additato "colpevole" di aver osato essere omosessuale anche se gli integralisti non vogliono che l'omosessualità possa esista o possa essere accettata. Ed è così che le parole hanno perso il loro significato, con un uomo che viene presentato come «una lobby» e una vita che viene presentata come «un attacco» a qualcuno: "La Lobby Gay all'attacco di Papa Francesco" è il titolo scelto per la puntata.
Entrando poi nel merito dei discorsi, la situazione non è certo migliorata. La Santa Inquisizione ha ovviamente visto l'esposizione di un pensiero unico, provvedendo a dar voce a personaggi fortemente schierati come Marco Tarquini, direttore di Avvenire, e Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera. Ed è quest'ultimo a non essere neppure sprofondato nella vergogna nell'affermare che il Vaticano dovrebbe «scegliere con più attenzione i propri rappresentanti».
Vespa non ha mancato di sostenere che «gay seri sarebbero molto preoccupati dall'uscita di Charamsa», dando per scontato che le uniche persone da prendere in considerazione siano i gay repressi che si odiano al punto di scegliere di non vincere per assecondare le richieste dei cattolici.
Si è perlato di un «gesto premeditato» volto alla promozione del proprio libro. Insomma, è stata la solita macchina del fango volta a sostenere che in Italia non ci sia posto per l'accettazione dei gay dato che la Chiesa non li vuole (come chiaramente dimostrato dal fatto che l'omosessualità del monsignore gli sia costata l'espulsione dalla Chiesa... fosse stato un pedofilo, si sarebbero limitati a cambiargli parrocchia).
E tutto questo è stato pagato con soldi pubblici, prelevati anche alle persone che sono state deliberatemene insultate dall'ignoranza e dall'integralismo di un giornalista che continua a lavorare solo perché non esiste alcuna lobby gay, ma esiste una lobby catto-fascista che viene puntualmente accontentata nella sua richiesta di diffamazione e propaganda dell'odio. Quella non ès tata informazione, è stata istigazione all'odio.
5 commenti