ProVita batte cassa: sostiene che i bambini siano in pericolo e che la soluzione sia comprare i loro libretti


Se una persona vi dicesse che i vostri figli sono in gravissimo pericolo che dovete dargli dei soldi se li volete salvare, come minimo finirebbe in galera. Ancor più se la minaccia fosse finta, rasentando la truffa o l'abuso della credulità popolare.
Eppure è ciò che l'associazione omofoba ProVita sta facendo alla luce del sole. Crea false pure attraverso menzogne e falsificazioni e poi cavalca quell'isteria per chieder soldi. È in un appello firmato dal presidente Toni Brandi che si afferma:

È in atto una vera e propria emergenza educativa: i media e le Istituzioni negano l’evidenza (dicono che “il gender non esiste”) e troppi genitori ed educatori si lasciano irretire dalle sirene del politically correct; troppi sono vittime di un vero e proprio lavaggio del cervello posto in essere dalla dittatura del pensiero unico dominante.

Ed è dietro l'annuncio di gravissimi rischi (peraltro inesistenti) che il bigotto medio viene spinto all'acquisto di un volume che non è disponibile se non a pagamento. Al suo riguardo, Brandi dice:

Questo libretto sarà uno strumento prezioso, indispensabile, da distribuire tra amici e conoscenti, per risvegliare le coscienze, per proclamare la verità, per proteggere i bambini e “dar voce a chi non ha voce”, che è proprio lo scopo che tutti, insieme a ProVita, possiamo e dobbiamo perseguire.

Viene ovviamente sottinteso che ad essere protetti non debbano essere i bambini lgbt, dato che l'associazione è in prima linea nel chiedere che il bullismo e la violenza nei loro confronti non sia contrastata. Anzi, a tempo perso non perdono occasione neppure nell'alimentare odio, giusto per assicurarsi di lasciargli in eredità un mondo peggiore. E neppure per gli eterosessuali le cose vanno meglio: Brandi non vuole che abbiano informazioni riguardo all'educazione sessuale (li si vuole mandare allo sbaraglio con la conseguente diffusione di malattie sessualmente trasmissibili) e li si vuole indottrinare all'odio per creare una società sempre più chiusa ed ignorante basata sull'invi dualismo e la sopraffazione altrui.

Va infine come i prezzi proposti non siano proibitivi, eppure non è chiaro perché quai contenuti non vengano distribuito in rete in maniera gratuita. Le opzioni non paiono molti e, se proprio dovessimo scartare l'idea del profitto, quantomeno è lecito temere si voglia impedire l'accesso ai contenuti a chiunque li possa confutare o possa leggere cose che l'integralismo non vuole si sappiano.
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