Roma, un branco di studenti aggredisce un ragazzo gay che portava a spasso il cane


Mentre la Chiesa Cattolica e i partiti di destra sono impegnati nel legittimare l'omofobia e nel diffondere pregiudizi, in Italia sta diventando pericoloso anche solo uscire di casa. Ancora una volta è la cronaca a darci notizia dell'ennesima aggressione omofoba, ancora una volta compiuta da un branco assetato di odio.
Questa volta la vittima è un ragazzo 19enne di Civitavecchia, picchiato per il solo fatto di essere uscito a portare a spasso il cane.
I fatti si sono verificati nel quartiere Uliveto, non lontano dall'abitazione della vittima. Un gruppo di studenti, in età compresa fra i 16 e i 18 anni, ha iniziato ad insultarlo e quando il 19enne si è avvicinato per chiedere spiegazioni, lo hanno aggredito e picchiato con inaudita ferocia, provocandogli la frattura di un dito della mano.
Gli aggressori sarebbero ragazzi che frequentano una scuola non lontana dal luogo dell'aggressione, ossia giovani che secondo l'integralismo cattolico non necessitano di alcuna educazione alla diversità dato che la famiglia sarebbe sufficiente ad educarli al rispetto. E purtroppo continuano a vedere come i fatti smentiscano ogni volta quelle tesi, sottolineando come la propaganda anti-gay stia inculcando nei ragazzini l'idea che non ci sia nulla di male nel picchiare un gay (in fondo Galatino non vuole che si sposino e Sacconi non vuole che possano avere figli, quindi perché mai dovrebbero meritare pari dignità?).
La deputata Marietta Tidei (Pd) si augura che «gli autori di questo miserabile gesto vengano identificati al più presto e che la città tutta abbia un sussulto di civiltà di fronte a un atto ignobile che umilia tutti noi. Quello che è avvenuto denota la necessità di mettere in campo una vasta operazione educativa e culturale in grado di sensibilizzare tutti, a partire dai più giovani, sull'assurdità dell'omofobia, che porta a considerare l'omosessuale come un diverso, meritevole di una sorta di punizione».
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