Un nuovo emendamento del Pd renderebbe il ddl Cirinnà peggiorativo rispetto al vuoto legislativo


Se sei figlio di una coppia gay, allora devi essere punito. È questo lo spirito di un emendamento vergognoso presentato dall'area cattolica del Pd con cui i senatori Lepri, Fattorini, Del Barba e Scalia intendono uccidere la stepchild stepchild adoption del ddl Cirinnà.
La loro proposta è la sostituzione dell'adozione con un affido temporaneo da rinnovare ogni due anni, salvo la morte prematura del genitore biologico. Il bambino crescerà così circondato da assistenti sociali e ogni due anni vedrà rimesso in discussione il fatto che uno dei suoi padri delle sue madri possa rimanere tale. Poi, al compimento del 18° anno d'eta, potrà decidere se avviare una causa per richiedere l'adozione da parte del genitore non biologico.
Di fatto, il bambino verrà privato di ogni sicurezza e la vita famigliare rischierà di divenire un vero inferno. Inoltre anche la capacità educativa del genitore verrà annullata, perché sarà ad esempio difficile gestire le crisi adolescenziali nei figli sapendo che un qualunque litigio (che avviene in qualunque famiglia in cui i genitori di preoccupano della prole) potrà comportare l'allentamento del minore.
Il risultato sarebbe quindi una situazione peggiorativo rispetto all'attuale vuoto legislativo in cui la giurisprudenza assegna spesso un ruolo al membro di una coppia omogenitoriale che non è il padre o la madre naturale.

A questo punto verrebbe proprio da dire che il ddl Cirinnà va assolutamente fermato perché ormai tramutatosi in un mostro che non solo istituisce una discriminazione di stato nei confronti delle coppie gay (le ormai famose “Formazioni sociali specifiche”), ma danneggia i minori nel nome di un cieco odio da parte dell'integralismo cattolico.
Il tutto mentre Renzi continua a cercare un accordo con Alfano nonostante il Ncd non faccia che ripetere la sua completa opposizione a qualunque riconoscimento alle coppie gay in quanto coppie (la loro proposta è dunque quella di garantire solo diritti individuali che non contemplino il rapporto affettivo né garantisca tutele alla coppia in quanto tale).
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