Secondo i lettori di Tempi, l'attentatore di Parigi sarebbe stato «un noto frequentatore di locali gay»


All'interno della sua incessante propaganda anti-gay, il settimanale integralista Tempi si è lanciato nell'accostare concetti che nulla hanno a che vedere l'uno con l'altro. È accaduto in un articolo di Leone Grotti dal titolo "Gay pride sì, presepe no. Il vademecum sulla laicità dei sindaci francesi".
Si inizia così una lunga disquisizione su quanto sia ingiusto che uno stato laico chieda ai propri rappresentanti di avere il medesimo rispetto per tutte le confessioni religiose, arrivando addirittura a sostenere che «le religioni non vanno parimenti offese e dunque bisogna togliersi le scarpe quando si entra in una moschea e indossare la kippah quando si entra in sinagoga». Insomma, cose inammissibili dato che non è accettabile uno stato laico non non privilegi il cristianesimo e non lo imponga con la forza a chi crede in un altro Dio!
Si sostiene anche che la laicità sia «l'ossessione della Francia» e ci si lamenta se qualcuno suggerisce (non vi è infatti alcuna imposizione) che nei luoghi pubblici siano da preferire simboli laici a quelli confessionali come il presepe. Un fatto che porta il giornale a lanciare inutili allarmismi nel domandare: «Sarà la Francia il primo paese nella storia a vietare il presepe?».

Se questa presa di posizione non stupisce troppo, a destare maggior perplessità è quel riferimento ai pride, soprattutto considerato come nel documento originale non vengano neppure citati. L'unico riferimento ai gay è un breve paragrafo in cui si segnala come alcuni sindaci si siano rifiutati di rispettare le leggi per imporre le proprie convinzioni religiose nel rifiutarsi di celebrare matrimoni fra persone dello stesso sesso.
E se nel documento non si parla di gay, qual è il motivo per buttarceli dentro? Non si vorrà forse approfittare della situazione per far passare il messaggio che i gay siano i nemici del cristianesimo e che il fanatismo ha il dovere morale di combatterli sulla base del loro orientamento sessuale?
Soltanto qualche giorno fa, Tempi si lanciò anche nel sostenere che esistesse un unico studio scientifico volto a sostenere che i bambini crescono bene anche nelle famiglie omogenitoriali, anche se nella realtà dei fatti si fa sempre riferimento a ben 71 studi.

L'impressione è che tutta questa propaganda serva a convincere i lettori che i gay sono il male assoluto, gente malvagia da disprezzare nel nome della propria cristianità bigotta. E quindi non stupisce che tra i commenti pubblicati dai loro lettori ci sia anche chi ha colto l'occasione per dire: «Adesso si è venuto pure a sapere che una delle menti della strage era un noto frequentatore di locali gay».
Era solo questione di tempo e prima o poi l'integralismo cattolico avrebbe trovato il modo per incolpare i gay di quanto avvenuto a Parigi. Il riferimento pare sia ad un'indiscrezione pubblicata dal quotidiano belga La Libre, secondo il quale l'attentatore di Parigi (Salah Abdeslam) avrebbe frequentato alcuni locali gay di Bruxelles. I fatti riguarderebbero 5 o sei serate, tutte concentrate nel mese di ottobre e le ipotesi degli inquirenti spaziano dall'ipotesi di un qualche progetto contro un luogo ritenuto «di dissolutezza» al furto di documenti per il traffico gestito dal fratello (fatto esplodere negli attentati di Parigi). Sia in Francia che in Belgio, molti locali lgbt hanno chiuso i battenti per timore di attentati, eppure secondo i lettori di Tempi, l'attentatore sarebbe stato «un noto frequentatore di locali gay». Sarà, ma detta così pare che si volesse lasciar intendere tutt'altra cosa...
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