Condannato ad 11 anni di carcere l'uomo che riduceva giovani gay in schiavitù


È attraverso un sito di incontro che una banda criminale statunitense adescava le proprie vittime. La Never Sleep Inc. prometteva ad aitanti giovani ungheresi un metodo per fare soldi facili: veniva loro detto che sarebbero dovuti restare a New York solo per un paio di mesi per poi tornarsene a casa con decine di migliaia di dollari nelle tasche. Ma per chi accettava, la realtà era ben diversa.
La banda sequestrava i loro passaporti, li rinchiudeva in una stanza con un unico letto e li obbligava ad alternare la prostituzione con clienti a spettacoli erotici in webcam. «Mi hanno usato come se fossi una macchina. Mi hanno venduto agli estranei. Non mi era permesso essere stanco. Non mi era permesso essere triste», ha raccontato ai giudici una delle vittime.
Uno dei ragazzi ha raccontato come i rapitori lo violentassero, lo minacciassero in continuazione e gli facessero capire che sarebbe successo qualcosa di brutto ai suoi familiari se avesse osato ribellarsi. Le prestazioni richieste avvenivano ad ogni ora del giorno e della notte, il tutto senza che ai giovani venisse data alcuna paga se non un po' di cibo extra o qualche sigaretta in più se avessero trovato un modo di incrementare il numero di clienti. Il tutto con conseguenze tremende per la psiche delle vittime: «Oggi è per me davvero difficile socializzare, fidarmi e mescolarmi con gli altri. Per cercare di dimenticare ho incominciato a bere pesantemente ed ho perso tutti i miei amici».
Il capo dell'organizzazione era il ventiseienne Andras Janos Vass, anche lui di origine ungherese. Pare che anche lui sia stato portato negli Stati Uniti con modalità simili e che sia stato ridotto in schiavitù ed obbligato ad avere rapporti sessuali con clienti occasionali. Una volta divenuto libero, avrebbe deciso di fare altrettanto con giovani vittime provenienti dal suo paese natale.
Ora i responsabili sono stati condannati ad 11 anni di carcere. È la prima volta che in Florida qualcuno viene condannato per un traffico di gay, anche grazie ad una una nuova legge entrata in vigore nel 2012. Al processo erano presenti vari esponenti di gruppi per i diritti lgbt, i quali hanno accolto con un applauso la lettura della sentenza.
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