Il Parlamento Europeo si esprime a favore del matrimonio egualitario e contro la maternità surrogata


L'Europarlamento ha approvato una relazione firmata dal deputato rumeno Cristian Dan Preda (Partito Popolare) in cui si prende una chiara posizione a sostegno dei matrimoni egualitari. «Il Parlamento europeo -si legge- ritiene che l'Ue dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (Lgbti), in linea con gli orientamenti dell'Ue sul tema. Si rammarica che 75 Paesi criminalizzino ancora l'omosessualità, e 8 di essi prevedano la pena di morte, e ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale non debbano rimanere impuniti; è preoccupato per le restrizioni alle libertà fondamentali dei difensori dei diritti umani delle persone Lgbti, e invita l'Ue ad aumentare il proprio sostegno nei loro confronti; constata che i diritti delle persone Lgbti sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio».
Nello stesso documento l'Europarlamento ha però condannato la pratica della maternità surrogata, sostenendo che «mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce; considera che la pratica della maternità surrogata, che implica lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare il caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba esser vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani a disposizione dell’Ue nel dialogo con i Paesi terzi».

Da notare è come queste due posizioni finiscano immancabilmente anche con l'abbattere la propaganda integralista italiana che ha puntato tutta la sua comunicazione nel sostenere che le unioni gay fossero sinonimo di maternità surrogata. Eppure il documento mostra chiaramente ed inequivocabilmente che così non è. Ne consegue dunque che sia lecito ritenere che alcuni gruppi abbiano deliberatamente preso in giro la gente al solo fine di legittimare quella che si riconferma mera omofobia: c'è dunque nessun bambino da «difendere», solo tante persone a cui si stanno negando i loro sacrosanti diritti.
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