La Cappellini lavora per i cittadini lombardi o per le associazioni anti-gay?


Alcuni attivisti della Manif pour tous passano le loro giornate ad insultare, diffamare e strumentalizzare qualunque cosa possa tornargli utile per creare odio nei confronti dei gay (spesso venendo pure rilanciati dai portavoce del movimento omofobo). Ed è così che se qualcuno pubblica un'immagine di auguri, loro sono lì a sostenere che quella foto non possa essere pubblicata perché sicuramente i modelli ritratti verranno invitati a fare lezione nudi nelle classi dei loro figli.
Ma se dinnanzi all'ignoranza c'è poco da fare, molto grave è se certe strumentalizzazioni escono dai confini di quei gruppi d'odio per essere rilanciati da figure istituzionali che dovrebbero lavorare per l'intera comunità e non per la promozione di una ideologia di parte. È il caso dell'assessore lombarda Cristina Cappellini, fra le principali protagoniste di continue crociate volte ad imporre il cristianesimo alla cittadinanza e a contrastare chiunque abbia una religione o un orientamento sessuali diverse dalla sua. Sempre interessata a dare visibilità a chiunque proponga offese gratuite verso la comunità lgbt, l'assessore lombardo ha prontamente rilanciato la notizia di uno di quegli ultras dell'odio ed ha sostenuto che sia «vergognoso» come «Arcigay continua a dimostrare il "rispetto" che pretende di insegnare nelle scuole».
Il riferimento è al presepe organizzato dagli studenti della Giam in occasione della visita di Matteo Salvini a Torino, nel quale il leader delle Lega Nord personificava il bue e l'asinello insieme a Carlo Giovanardi, così come Roberto Cota era stato trasformato in una pecorella.
Il tutto era una chiara risposta alla blasfema distribuzione di presepi con cui Salvini ha cercato consensi elettorali dopo aver applicato il simbolo del suo partito ad un simbolo religioso. Ma se l'integralismo religioso non vede problemi nell'accostamento di simboli politici di estrema destra alla natività, tutti hanno dato di matto se la rappresentazione viene messa in scena da chi contesta quell'uso criminoso della religione. Evidentemente alcuni gruppi politici sono convinti di avere il copyright dell'uso della figura di Gesù Cristo quale strumento per propagandare xenofobia, razzismo e omofobia.
Poco chiaro è anche come tutto ciò dovrebbe avere attinenza con l'insegnamento dell'educazione delle scuole, a meno che non si voglia supporre che la condivisione di un orientamento sessuale permetta di incolpare un'intera comunità delle azioni di ogni singolo componente. Peccato che a quel punto potremmo tranquillamente chiedere che la Cappellini non possa avvicinarsi alle scuole perché condivide lo stesso orientamento della Franzoni, oppure potremmo citare come l'ex presidente del consiglio amasse far vestire da suora una consigliera regionale lombarda mentre quest'ultima offriva i suoi favori sessuali (senza che i "moralizzatori" ci trovassero nulla da ridire).

La palla è stata ovviamente presa al balzo anche dall'associazione omofoba ProVita che, dopo aver insultato come sua consuetudine i figli di Elton John, se n'è uscita con il sostenere che «siamo ormai abituati ai gesti blasfemi di coloro che invocano rispetto e tolleranza solo per se stessi, ma che poi non dimostrano rispetto per le opinioni e per i sentimenti religiosi altrui». A dirlo sono quelle stesse persone che mancano di rispetto a Dio nell'attribuirgli le loro posizioni integraliste, sostenendo di poter scegliere a loro piacimento che cosa sia il cristianesimo. Il tutto in un clima di continua offesa del sentimento religioso di migliaia id persone che passa dall'uso della religione come arma di propaganda di un'ideologia vergognosa ed anti-cristiana.
Ed è così che, dopo aver sostenuto che i gay siano malati, pedofili, innaturali ed immeritevoli di diritti, ora cercando di propagandare l'idea che all'orientamento sessuale corrisponda pure la blasfemia (il che è ovviamente una bugia, dato che la religiosità è legata alla persona non certo alla sessualità).
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