La Courage International sbarca a Milano con la benedizione del'Arcivescovo Scola


La Courage International è un'associazione religiosa integralista che pretende di "curare" i gay. Dato che si preferisce evitare quella parola, sul loro sito si presentano come un'organizzazione che offre «sostegno spirituale per uomini e donne con attrazione per lo stesso sesso che desiderano vivere in castità secondo gli insegnamenti del Vangelo e la Chiesa Cattolica». Eppure basta leggere la loro brochure per accorgersi che sostengano le screditatissime teorie sulla cura dell'omosessualità formulate da Nicolosi.

In quei fogli si può leggere:

Medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali ed altri professionisti della salute mentale sono concordi nel ritenere che l'A.S.S. può essere provocata da vari fattori, tra cui la predisposizione, l'ambiente, le esperienze dell'infanzia e gli abusi sessuali.
I membri di Courage sono liberi di sottoporsi ad una terapia professionale per comprendere più a fondo e possibilmente ridurre la loro attrazione per lo stesso sesso. Ma non vi sono moralmente obbligati. Non vi è alcuna garanzia che la terapia possa eliminare l'A.S.S., né essa è sempre disponibile o economicamente accessibile a tutti. Courage non offre una terapia professionale; siamo solo un gruppo di sostegno spirituale per persone con A.S.S. che cercano un aiuto per vivere una vita casta.

In realtà il mondo accademico è concorde nel sostenere che l'omosessualità sia un orientamento sessuale del tutto naturale e che sia pura follia il ritenere che possano esistere «terapie» in grado di modificare la natura umana. Anzi, è anche impossibile che possano esistere fantomatiche «terapie professionali» dato che l'Ordine degli psicologi ha vietato qualsiasi azione volta a modificare il naturale orientamento sessuale delle persone in quanto simili pratiche non solo non avrebbero effetti, ma rischiano di risultare dannose e di spingere le vittime verso il suicidio o l'autolesionismo.

I processi da loro suggeriti si basano sull'inculcare sensi di colpe in persone che vivono con difficoltà il proprio orientamento sessuale, spesso proprio a causa dell'omofobia e del pregiudizio diffuse dalle medesime associazioni che poi si offrono di annullare le loro vittime. Il tutto anche attraverso la paura, ostentata in documenti in cui si arriva persino a millantare che «le migliori ricerche dimostrano che la metà dei "gay" attivi si prendano il virus dell'AIDS». da notare come scrivano la parola «gay» tra virgolette dato che nei loro corsi insegnano a definire l'omosessualità come «una tendenza omosessuale» quasi a volerne negare la natura stessa.
E se realtà simili sono di per sé una vergogna, veramente intollerabile è come l'arcivescovo di Milano si sia macchiato della vergogna di risultare il fautore di un'apertura di un loro centro nel capoluogo lombardo.

Politicamente la strada a queste assurde teorie venne già aperta lo scorso anno da Roberto Maroni, perdente della Regione Lombardia, che invitò al suo convegno omofobo anche alcuni rappresentanti di Obiettivo Chaire. Nonostante entrambe le associazioni si rifiutino di dichiarare apertamente il loro coinvolgimento nelle dannose e fantomatiche "teorie riparative" dell'omosessualità, caso vuole che vengano citate da tutti i siti integralisti che sponsorizzano l'idea che l'omosessualità debba essere vista come una "malattia" curabile.
Giusto come nota, interessante è notare come nel documento citato (datato agosto 2008) il nome di Massimo Gandolfini venisse indicato come una persona alla quale un gay si sarebbe potuto rivolgere qualora avesse voluto "cambiare" il suo orientamento sessuale. Oggi quella stessa persona è stata ospite dei comizi omofobi della Regione Lombardia e risulta a capo di innumerevoli organizzazioni anti-gay.
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