La Nuova BQ dice che i gay sono come rospi dinnanzi ai principi cristiani


Ci dev'essere un limite e quel limite viene continuamente oltrepassato dalla campagna d'odio firmata da La Nuova Bussola Quotidiana. La quantità di vere e proprie bestemmie al nome di Dio pubblicate da un giornale che si definisce cristianesimo è inaccettabile, un vero e proprio oltraggio al sentimento religioso di migliaia di persone. Basterebbe infatti aver letto anche solo qualche pagina del Vangelo per accorgersi di come la loro posizione non abbia nulla di cristiano, ma appia assai più simile da quanto profetizzato da Gesù, nel suo affermare: «Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno». Ed è sempre lo stesso Gesù ad aver chiaramente affermato che: «Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà».
Questo, almeno, sempre che non si voglia credere che Dio sia cattivo e che abbia creato l'omosessualità solo per far soffrire le persone sotto il gioco di chi trae esempio dal fariseo. Nella parabola dei Vangeli viene ben raccontato come quella figura stesse nel tempo e pregasse così: «O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo». Un comportamento che non pare piacesse troppo a Gesù, dato che lodò il pubblicano: «Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Premesso come l'uso di Dio paia più un atto politico di inganno verso i bigotti che un reale sentimento cristiano, non stupisce come possano sostenere che il Papa non abbia trattato il tema della criminalizzazione dell'omosessualità durante il suo viaggio in Uganda per vendetta contro i gay (con tanto di riferimento ad un santo che è stato nominato il protettore delle fantomatiche terapie riparative dell'omosessualità).

Ma ancor più grave è come il sito integralista si sia scagliato anche contro un vescovo ritenuto colpevole di aver pronunciato parole cristiane non adatta ad una visione integralista e violenta del cristianesimo. Il tutto attraverso la solita fantomatica «ideologia gender» che viene sfoderata come arma contro qualunque emico si opponga alla loro ideologia (in virtù di come si tratti di un qualcosa che non esiste, vien da sé che possa essere facilmente riadattato ad ogni circostanza). Ed è così che nel loro "osservatorio gender" troviamo una dura condanna alle parole del vescovo di Malta, criticato per aver osato dire che «Le coppie gay fanno parte del popolo di Dio».

Sul loro sito, scrivono:

Il vescovo di Gozo (Malta) Mario Grech (nella foto) ieri è stato intervistato dal Sunday Times of Malta. Mons Grech ha affermato in merito ai divorziati risposati che “la Chiesa non può rifiutarsi di dare la comunione a chi desidera sinceramente riceverla”. Sul “matrimonio” gay così si esprime: “Possiamo riferirci al matrimonio solo quando si parla di coppie eterosessuali. Ciò significa che ci possono essere diverse forme di relazione. Ma questo non comporta che escludiamo o esprimiamo giudizi su altri tipi di relazione”. Poi l’intervistatore gli pone questa domanda: “Le coppie gay unite civilmente sono benvenute nella Chiesa?”. Grech così risponde: “Naturalmente. Loro fanno parte del popolo di Dio come tutti gli altri che stanno compiendo un viaggio. La Chiesa ha bisogno di aiutarli a scoprire la faccia nascosta di Dio. Non possiamo definire tale percorso a tappe e intanto erigere barriere, dato che la strada è aperta a coloro che veramente cercano di seguire le orme di Dio, indipendentemente dal loro orientamento sessuale”. Segue un’altra domanda: “Quindi dovremmo anche aspettarci di vedere coppie gay che accompagnano i bambini adottati a comunioni, battesimi o cresime?”. “Certo –risponde il vescovo- Questo sta già avvenendo ed è pienamente accettato dalla Chiesa. Il bambino o il neonato non dovrebbero essere ritenuti responsabili del comportamento, decisioni o stile di vita dei genitori. Perché la Chiesa dovrebbe chiudersi a quei genitori dello stesso sesso che desiderano dare una formazione cristiana ai loro figli adottivi? Questi sono i benvenuti”.

Non paghi di aver scritto la parola «matrimonio» fra virgolette giusto per mancare di rispetto ai matrimoni celebrati fra persone dello tesso sesso, giocano anche nell'interpretare il sentimento dell'intervistatore giusto per precisare che il bigotto medio debba sentirsi «interdetto» dinnanzi a chi dice che i gay non sono carne da macello da perseguitare:

Anche l’intervistatore appare interdetto da questa risposta e allora domanda: “Ma non c’è il rischio che la Chiesa perda il suo ruolo di bussola morale nella società?”. Gli risponde Grech: “Prima di essere un’agenzia morale la Chiesa è un’esperienza di Dio. Quando si parla in materia di obbligazioni morali, temo che in certi momenti abbiamo messo il carro davanti ai buoi, ma non abbiamo lasciato spazio a misericordia e perdono”. L’intervista con Grech è paradigmatica: basta recitare alcune formule magiche come ” esperienza di Dio”, “seguire le sue orme”, “sincerità di intenti” ed ecco che anche l’omosessualità può diventare uno stile di vita cristiano, così come nelle fiabe un rospo può diventare un principe azzurro.

Ecco che come al solito si finisce con gli insulti, ennesima testimonianza di come quella stampa non abbia assolutamente nulla di cristiano. Ma in un'Italia laica c'è da chiedersi perché lo stato non intervenga a garantire il rispetto dei diritti costituzionali di una parte della cittadinanza, costretta a subire violenze quotidiane da personaggi noti che, sfruttando Dio come un oggetto utile per una campagna propagandistica, cercano solo di diffondere odio e pregiudizio.
E mai come in questo caso la laicità dello stato sarebbe utile al cristianesimo, perché i veri cristiani non meritano certo di veder associato il proprio nome ad un simile fanatismo.
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