ProVita si paragona a Gandalf nella guerra di Gondor, ma il nemico sono i diritti civili


Ormai pare di vivere dinnanzi ad una vera e propria persecuzione. Non c'è giorno senza che l'associazione ProVita non metta in campo una qualche iniziativa volta ad aumentare l'odio il rischio di violenze nei confronti delle persone lgbt.
La nuova offensiva viene firmata a nome dell'associazione Vita è, anche se i nomi sono sempre i soliti. Nulla di nuovo dato che, in quel meccanismo di scatole cinesi tipiche dell'integralismo religioso, si è dinnanzi ad una realtà nata presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum che racchiude nomi comeAntonio Brandi (presidente di ProVita), Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la vita), Massimo Gandolfini (già vice presidente nazionale di Scienza & Vita), Renzo Puccetti (presidente di Scienza & Vita di Pisa, membro del Comitato Marcia per la Vita), Flora Gualdani (fondatrice di Casa Betlemme), Francesca Romana Poleggi (del Comitato Di mamma ce n’è una sola e findatroice di ProVita Onlus), Francesco Agnoli (fondatore della Marcia per la vita) e Lorenzo Bertocchi (del Movimento Difesa Vita).

Ed è così che, quando si parla di un evento organizzato da Vita è in collaborazione con ProVita Onlus, si parla di un evento che viene lanciato da Brandi con la collaborazione di Brandi (ma tramite l'uso di sigle diverse che farebbero pensare ad un numero maggiore di associazioni pronte a sposare la loro ideologia). E di ideologia pare si tratti quando si legge nella presentazione:

Il relativismo e il nichilismo – oggi soprattutto sotto forma di ideologia gender – si fanno strada nella nostra società “liquida”. E tanto più i valori si perdono man mano che il sostrato culturale si fa inconsistente, tanto più si afferma il totalitarismo del pensiero unico.
C’è bisogno, allora, di amici che si mettano insieme, che si chiamino da un angolo all’altro del paese, accendendo dei fuochi come i protagonisti della grande battaglia, ne Il Signore degli anelli, sotto le mura di Gondor.
Amici, soprattutto, perché uniti non solo dal “caso”, o da una naturale e immediata simpatia, ma da un ideale più grande. Amici perché capaci di mettere insieme storie, attitudini, provenienze ed esperienze diverse, per un fine unitario e unificante: la promozione della vita e della famiglia.

Ovviamente c'è da chiedersi di quale «promozione della vita e della famiglia» si tratti dato che la loro rivendicazioni appaiono l'esatto contrario: dal mancato riconoscimento alcune famiglie, all'impedire qualunque contrasto alla violenza di genere (che ogni anno miete vittime nelle scuole italiane).
Ed è così che dal 4 all’8 dicembre, nei pressi di Bologna, si terrà un corso di omofobia che viene presentato come un qualcosa che «si propone di offrire le nozioni per opporsi con efficacia alla totalitaria colonizzazione ideologica che restringe i confini della libertà».
Dal programma si apprende come i relatori saranno tutti volti noti dell'integralismo cattolico: Padre Crabone (quello che al meeting di Rimini disse che i gay hanno maggiori possibilità di avere malattie cardiovascolari), padre Miranda, Agnoli (fondatore della Marcia per la vita), Luigi Amicone (direttore della rivista Tempi), cardinal Cafarra (noto per le sue continue esternazioni omofobe), guizzo, Disetti, Fiore (caporedattore di Notizie ProVita), Gandolini (in carica nella quasi totalità delle associazioni omofobe italiane), Amato (presidente dei Giuristi per la Vita), De Mari, Puccetti e Di Leo. Il 6 dicembre ci sarà anche una santa messa per i partecipanti. Il tutto al costo di 50 euro più 50 euro al giorno per la pensione.
3 commenti