ProVita suggerisce che alle bambine non debba piacere Spidermen (altrimenti è gender)


Non passa giorno senza che l'associazione ProVita Onlus pubblichi nuovi articoli che hanno l'unico scopo di alimentare il pregiudizio attraverso la legittimazione di un'indologia malata volta a sostenere la necessità di dire ai bambini che è gravissimo anche solo ipotizzare che possano non essere eterosessuali. Ed è così che la loro ideologia li porta a sostenere che fin da piccolissimi i bambini debbano essere indottrinati a ruoli molto precisi: le bambine devono imparare ad aprire le gambe per essere ingravidate, l'uomo deve spargere il seme. Tutto lì, il resto non è importante.

All'interno di questa colonizzazione ideologica di stampo integralista, l'associazione ha messo all'indice un nuovo libro.Si tratta di "Mi piace Spiderman… e allora?" di Giorgia Vezzoli., un volume finalista al Premio di Letteratura per i Ragazzi in cui si racconta come non ci sia nulla di male in una bambina a cui piacciono giochi generalmente tipici dei bambini. Allo stesso tempo si spiega come quelle propensioni non siano di per sé sintomi di un orientamento sessuale, dato che la crescita porterà i bambini a maturare la loro natura senza che ci sia un finale giusto o sbagliato. Ma secondo ProVita, quel libro non deve essere assolutamente letto perché:

è proprio in queste terne di opere finaliste che è andato a nascondersi il gender, velato sotto la lotta agli stereotipi di genere. Tuttavia, »[…] il titolo “Mi piace Spiderman…e allora?” di Giorgia Vezzoli –commenta Mirko De Carli– non è passato inosservato e ha fatto sorgere qualche interrogativo ad alcuni attenti genitori. Un rapido approfondimento ha svelato il pensiero di una scrittrice il cui unico intento è scrivere contro i famosi stereotipi di genere, raccontando ai bambini, attraverso parole semplici e disegni accattivanti, come ognuno di noi fin da piccolo possa decidere di essere quello che si sente indipendentemente dal dato biologico. Questo titolo è edito da Settenove, una nuova casa editrice indipendente per ragazzi, che si definisce contro gli stereotipi e la violenza di genere. I bambini delle scuole aderenti al progetto, sentiranno pertanto raccontare in classe di Cloe, una bambina di 6 anni che si sente discriminata per il fatto di preferire eroi tipicamente maschili, che ama giocattoli e abbigliamento maschili e che, incontrando le amiche dei genitori in partenza per la Svezia per coronare il loro amore con un matrimonio negato in Italia, arriverà a concludere: "Adesso so che quando sarò grande potrò avere un fidanzato oppure una fidanzata"».

Secondo ProVita Onlus, il senso di quel racconto sarebbe il suggerire ai bambini che sia possibile «scegliere» se essere eterosessuale o lesbica. Una cosa piuttosto improbabile, dato che l'orientamento sessuale non può essere né insegnato né imparato e benché meno «scelto». Cercare di far credere il contrario è un fatto gravissimo.

Eppure quelli di ProVita preferiscono far finta di non riuscire a comprendere il senso di un volume rivolto a bambini di sei anni, proseguendo nell'asserire:

Tutto chiaro, no? Se sei una bambina e non ti piacciono bambole e lustrini è perché probabilmente sei lesbica. La questione però non è –almeno nella penna dell’autrice del testo in questione– troppo problematica, se non fosse che l’Italia è arretrata e che quindi è necessario andare all'estero per ‘sposarsi’ con una persona del proprio stesso sesso. Ma per il resto non ci sono problemi: ognuno è libero di scegliere… sempre e comunque, indipendentemente dall’età. Questo è il messaggio che viene passato ai nostri bambini.

No, caro Brandi. Nessuno può «scegliere» dato che l'orientamento sessuale non è una scelta. L'unica possibilità è che ai bambini si possa insegnare che esistono vari orientamenti sessuali e che nessuno è di per sé sbagliato. Non è certo con i sensi di colpa o con le torture inflitte dai certi cattolici che sostengono di poter "curare" l'omosessualità che si può cambiare la natura o obbligare un bambino ad avere l'orientamento sessuale deciso dai suo genitori. Lo si è visto quando i cattolici obbligavano i mancini a scrivere con la destra: danneggiavano il loro sviluppo nel nome del mero pregiudizio, ma i mancini restavano mancini perché in natura si può essere destrosi o mancini (che all'integralismo piacesse o meno).
E comunque, è bene ribadirlo, le persone che vanno all'estero si SPOSANO (senza quelle solite virgolette messe lì solo per offendere).

In conclusione l'associazione ProVita non poteva certo far mancare un messaggio politico che porti voti ai partiti a loro vicini, scrivendo:

Nel contempo è la fine di ogni responsabilità educativa e di guida degli adulti nei confronti delle giovani generazioni, e la vittoria del “Prohibido prohibir“ di sessantottina memoria. Il tutto in salsa gender, per non farsi mancare nulla.
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