Regione Lombardia, 50mila euro per un call-center a cui segnalare «episodi contrari ai valori della famiglia»


Pare proprio che la Lega Nord abbia deciso di finanziarsi la sua campagna elettorale con i soldi dei cittadini lombardi. Dopo le inutili mozioni, i convegni e i cartelli stradali contro la fantomatica «ideologia ganger», la giunta della Regione Lombardia ha approvato un emendamento al bilancio che prevede un investimento di ben 50mila euro per l'istituzione di un call center "anti-gender" a cui genitori bigotti potranno segnalare ciò che non esiste. La cifra finanzierà anche un intervento intervento sulle autorità scolastiche affinché vengano ritirati dalle scuole tutti i libri e materiali che promuovono il rispetto verso i diversi orientamenti sessuali.
La mozione è stata presentata a nome del capogruppo legista Massimiliano Romeo ed è stata approvata con i voti favorevoli di tutto il centrodestra.
La cifra stanziata verrà invece consegnata nelle mani dell'assessore Cristina Cappellini, nota Sentinella in piedi che si dice concorde con Mario Adinolfi nell'invocare un'ingerenza della Cei nella politica italiana al fine di impedire il riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso. La donna ha anche festeggiato l'esito del referendum sloveno che ha sottratto i diritti alle persone a lei meno gradite, così come non ha mai mancato di offrire visibilità a tutti i principali esponenti dell'integralismo anti-gay. Risulta anche una partecipante al convegno omofobo indetto dal comitato "Difendiamo i nostri figli" che si batte contro il contrasto della violenza di genere nelle scuole.
Sarà dunque una persona fortemente schierata ideologicamente a gestire un servizio ideologico pagato dai cittadini per contrastate ciò che manco esiste (ma che è utile alla propaganda di certi partiti e di gruppi di cui lei fa parte).

Chiara Cremonesi, coordinatrice regionale di Sel, ha commentato: «L'emendamento della Lega Nord rappresenta non solo uno spreco di risorse pubbliche, ma l'ennesima dimostrazione dell'integralismo padano che governa la Regione. L'ossessione della Lega Nord per la fantomatica teoria gender ha già avuto modo di esplicarsi con l'organizzazione di convegni "anti gender" presso la sede istituzionale di Regione Lombardia, oggi continua con fantasiose e inutili trovate. Ora si vorrebbe addirittura attivare un numero verde attivo h24 per "segnalare episodi contrari ai valori della famiglia", valori evidentemente a discrezione di chi risponderà alle telefonate. Visto che gli unici beneficiari di questa iniziativa sarebbero probabilmente i cittadini di Paternò, consigliamo alla Lega di occuparsi della drammatica crisi e della necessità di servizi di cui hanno bisogno molti lombardi. Non è certo questo il modo di creare nuovi lavori».

Dello stesso avviso è Tobia Sertori, segretario generale della FLC Cgil Lombardia, che domanda: «Possibile che l’opinione pubblica non si ribelli a certe proposte di basso profilo e piene di falsità? Dopo la grave decisione del Consiglio Regionale della Lombardia con il voto favorevole di tutto il centro destra, e con l’appoggio della giunta Maroni, di approvare la mozione presentata dalla Lega Nord e dopo la campagna terroristica fondata su falsità e ignoranza delle norme che regolano la scuola e il rapporto scuola-famiglia, continuano le azioni di 'bassa lega' contro una inesistente teoria gender e contro l’autonomia della scuola pubblica. Riteniamo vergognosa tale proposta e istigatrice di pensieri che di cristiano e di valori della famiglia hanno ben poco. Invece di chiedere lo sperpero di soldi pubblici in iniziative di pura propaganda - conclude Sertori - provino a pensare di utilizzarli per finanziare progetti nelle scuole per contrastare il bullismo e la violenza, sempre più in aumento tra i minori, o per educare a contrastare i tanti eventi tragici di violenze in famiglia».
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