Secondo Cerrelli, la disciplina delle unioni civili è «l'attuazione di un nuovo ordine morale»


In Italia esisterebbe una «dittatura totalitaria del pensiero unico che mira a omologare tutte le articolazioni del corpo sociale per l'attuazione di un nuovo ordine morale». A sostenerlo è Giancarlo Cerrelli, presidente dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, in un articolo pubblicato sul giornale di Mario Adinolfi.
L'articolo è un'accusa contro il Consiglio Nazionale Forense a causa delle sua presa di posizione a favore di una disciplina delle unioni civili. In un documento presentato alla Camera dei Deputati, si è sostenuto che «certe forme di tutela non possano più essere negate» dato che in tutta Europa solo Italia e Polonia non hanno nessuna forma di riconoscimento per le coppie formate da persone dello stesso sesso.

Considerato come Cerelli sia noto quasi esclusivamente per il suo essere andato in televisione a sostenere che l'omosessualità sia stata rimossa dalla lista delle malattie mentali «non per ragioni scientifiche», vien da sé che non stupisca troppo il ritrovarlo in prima linea a chiedere che la legge non tuteli le coppie a lui poco gradite. Meno accettabile è invece la violenza dei termini utilizzati: l'avvocato parla di «deriva idologica» e ipotizza addirittura una «mossa clientale» da parte del Consiglio Nazionale Forense, da lui accusato di voler «favorire un modello di famiglia liquido e on demand».

Nella foto (da sinistra): monsignor Pancrazio Limina, Massimo Introvigne e Giancarlo Cerrelli.
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