Vogliono mettere il bavaglio a Gayburg


Da qualche ora i contenuti di Gayburg non sono più liberamente accessibili. Stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo, ma un freddo messaggio di Google ci afferma che «alcuni lettori hanno contattato Google perché ritengono che i contenuti di questo blog siano discutibili».
Presumibilmente quei «lettori» sono gli stessi che hanno bloccato più volte la nostra pagina Facebook, magari anche responsabili dell'azione squadrista con cui siamo stati segnalati sino a finire in una blacklist (è quello il motivo per cui non potete premere il tasti "mi piace" senza che vi venga chiesta un'ulteriore verifica).
A tutto ciò si sommano poi anche le minacce di morte ricevute, gli insulti da parte di sedicenti gruppi cattolici e persino le promesse di azioni legali se avessimo osato continuare ad informare le persone riguardo alle verità dei fatti dinnanzi alla propaganda del pensiero unico diffuso dell'integralismo cattolico.
Quelle stesse persone che dicono di alimentare odio perché mossi dal desiderio di «difendere i propri figli e la libertà di opinione» paiono gli stessi che oggi ci stanno attaccando con una ferocia inaudita al fine di farci tacere. E probabilmente sono pure gli stessi che solo qualche giorno fa hanno chiuso la bocca al progetto Gionata, considerato "colpevole" di raccogliere prove di come si possa tranquillamente essere gay e cristiani senza bisogno di sottoporsi alle "cure" di annientamento della propria natura tanto candeggiate dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Quello che si è stato inferto è un colpo mortale dato che un simile blocco ci porterebbe a non poter più coprire nei risultati di ricerca e quindi, conseguentemente, ci chiuderebbe definitivamente la bocca. Il web resterà monopolio solo di chi passa le giornate a sostenere che i gay siano malati, che l'omosessualità sia innata e che Dio non voglia i gay per le strade. Il tutto, magari, proseguendo a creare odio attraverso l'accostamento criminale fra le unioni civili e la maternità surrogata: sue aspetti che nel tempo abbiamo tranquillamente dimostrato siano fattori del tutto scollegati fra di loro (messi assieme da chi ha interessi economici e politici nei traffici dei pregiudizi).
Insomma, come nelle conferenze di disinformazione che vi abbiamo dettagliatamente raccontato, anche in rete pare che ci sia chi voglia imporre voce unica e priva di contraddittori che possa convincere le masse di qualunque falsità si voglia.

Solo qualche giorno fa il portavoce della Manif Pour Tous ci mandava un messaggio in cui asseriva: «Fascisti sarete voi. L'arcobaleno non nasconde l'aggressività con cui trattate chi difende la famiglia e la libertà d'opinione». Speriamo che ora sarà felice nel sapere che la violenza dell'integralismo ha fatto in modo che i «difensori della libertà di opinione» siano gli unici a poter parlare. In fin dei corsi sono bastati solo pochi giorni perché la sua ira si diffondesse fra i suoi adepti (due o tre personaggi noti che hanno scritto decine e decine di insulti e insinuazioni) prima che un qualche gruppo ignoto provvedesse a punirci per aver osato dissentire con documenti alla mano.
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