Bagnasco preferisce l'integralismo al Papa e si lancia nella promozione del Family day


Continua senza sosta l'ingerenza di Bagnasco nella politica italiana. Il presidente della Cei risulta già il responsabile di tutte le modifiche al ribasso introdotte dal ddl Cirinnià, come l'eliminazione di qualunque equiparazione con il matrimonio o l'istituzione di ghetti giuridici in cui confinare le persone a lui meno gradite.
Eppure il religioso pare non ancora soddisfatto, rilanciano ancora una volta l'idea che alcune persone debbano essere escluse dalla società civile sulla base del loro orientamento sessuale. L'ennesimo affondo è stato pronunciato a margine della Messa celebrata domenica nella cattedrale San Lorenzo, a Genova, dove Bagnasco ha sostenuto che «ci sono diverse considerazioni da fare ma la più importante è che mi sembra una grande distrazione da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell'Italia». Ossia «creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare».
Il ritornello è dunque il solito: si sostiene che sia prioritario pensare ai diritti di una parte della popolazione e rimandare all'infinito i diritti di quell'altra parte a lui meno gradita. Il tutto incurante di come l'omofobia e l'arretratezza dell'Italia spesso siano cause della crisi economica che stiamo vivendo, con aziende straniere sempre meno interessate ad investire in terre in cui dovrebbero gestire una totale assenza di diritti (non solo civili) e una discriminazione del proprio personale.
Il prelato ha poi indicato quali debbano essere le priorità di un governo che, evidentemente, viene ritenuto incapace di poter gestire più di un problema alla volta: «Nelle nostre parrocchie -ha sostenuto- noi vediamo una grandissima coda di disoccupati, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia. Di fronte a questa situazione, tanto accanimento su determinati punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazione mi pare che sia una distrazione grave e irresponsabile».
Parole simili si scontrano palesemente con quelle pronunciate da Monsignor Galantino, convinto che uno stato debba fornire pieno riconoscimento a tutti. Pare dunque evidente lo strappo fra la Cei di Bagnasco e il Vaticano, in un clima in cui il presidente della Cei scenderà in piazza insieme a quelle associazioni neofasciste che chiedono la sostituzione del Papa con il patriarcato di Mosca.
Bagnasco ha precisato che la sua visione di famiglia non sia quella di posto in cui vivere felici e condividere progetti comuni, ma un luogo in cui l'unica cosa importante è che ci sia un uomo una donna. Non importa se l'uomo picchia la donna o se fa prostituire i figli. Non importa che il bene comune sia fatto prevalere al proprio. Importa solo l'eterosessualità.
Ed è vantando quell'idea che Bagnasco ha sostenuto l'importanza di partecipare al Family day, ossia a quella manifestazione violenta in cui alcune persone ostenteranno i propri privilegi e chiederanno che altri siano esclusi dai loro stessi diritti. Si sosterrà anche una ideologia che vedrebbe una famiglia "minacciata" da qualunque altra forma di un'unione, quasi si stia parlando di un qualcosa di così debole da dover essere "protetta" mediante la discriminazione altrui in un contesto in cui quella resti l'unica opzione possibile.
ed è così che Bagnasco descrive quell'iniziativa violenta come un qualcosa «a difesa della famiglia, del sostegno pieno alla famiglia che non può essere uguagliata da nessun'altra istituzione o situazione. L'obiettivo è decisamente buono».
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