Bitonci: «L'utero in affitto è una vergognosa pratica gay e i gay non sono una famiglia»


«Il ddl Cirinnà apre di fatto alla fraudolenta vergognosa pratica gay dell'utero in affitto ed al mercimonio dei bambini. Esiste una sola famiglia formata da un uomo ed una donna, figli naturali, adottivi o affidati! Tutto il resto non è famiglia!». È quanto scrive Massimo Bitonci, sindaco di Padova, sulla sua pagina Facebook.

Il disprezzo che il primo cittadino prova nei confronti di una parte dei suoi concittadini non è certo una novità: ha patrocinato i convegni di disinformazione di Tony Brandi, ha imposto simboli religiosi nelle strutture pubbliche, ha cercato di far fallire tutti gli esercizi commerciali etnici ed ha cercato di impedire la lettura di qualunque libro invitasse al rispetto altrui. L'associazione ProVita lo ha paragonato a Gesù, mentre i lettori de Il Giornale lo hanno indicato come l'erede di Mussolini (considerandolo un complimento).
Ora, però, pare che Bitonci abbia deciso di elevarsi al un livello superiore di violenza, sostituendo il disprezzo con la propaganda d'odio. Ed è così che che nelle sue parole la maternità surrogata diventa una «vergognosa pratica gay», quasi volesse far finta di ignorare che il 99% di chi vi accede è eterosessuale.

Anzi, dato che proprio ieri la città di Padova è stata sede dell'inaugurazione dell'associazione leghista Veneto-Russia (incaricata di curare i rapporti con Mosca), Bitonci avrebbe potuto cogliere l'occasione per chiedere perché mai la Russia risulti un paese in cui è prevista la pratica della maternità surrogata a pagamento, con tanto di garanzie sul totale anonimato della madre naturale che non verrà mai indicato sull'atto di nascita. Forse avrebbe potuto chiedere come mai in quelle terre la sia «vergognosa pratica gay» sia riservata alle sole coppie eterosessuali, contrariamente al Canada dove non è ammesso alcun passaggio di denaro proprio per evitare la strumentalizzazione della povertà.
Chissà se Bitonci non ha posto quelle domande perché troppo impegnato a promuovere l'agenda politica di Putin, nonostante l'ambasciata ucraina l'abbia richiamato per una eccessiva parzialità non adatta al suo ruolo istituzionale. fatto sta che quando si insulta qualcuno, sarebbe quantomeno bene informarsi.

Ma non è finita lì. Il leghista si è lanciato anche nel pretendere di decidere che cosa sia la famiglia, sostenendo che lui le accetti di ogni tipo purché non coinvolga dei gay. La sua idea è che l'orientamento sessuale debba essere fonte di discriminazione contro la pari dignità prevista dalla Costituzione, insultando violentemente quegli stessi cittadini che sono costretti pure a pagargli lo stipendio.
Ed è così che una bella cittadina coma Padova, oggi è un parco giochi in cui Bitonci si sente libero di giocare con la dignità dei cittadini al solo fine di dar libero sfogo ai suoi più reconditi pregiudizi. Una posizione che dovrebbe essere incompatibile con il ruolo di sindaco, ma che pare non interessare a chi usa la fascia tricolore per mancare di rispetto a tante famiglie.
Si, famiglie. Perché Bitonci potrà anche chiudere gli occhi o far finta di non sentire. Potrà persino farsi esplodere dei petardi nelle orecchie... ma la verità, l'unica verità, è che le famiglie gay già esistono. Lui non le vorrà riconoscere, ma ciò non cambia la sostanza di un qualcosa che già c'è.
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