Costanza Miriano dice che parteciperà al Family day per garantirsi privilegi economici e preservare lo stigma sociale contro i gay


Poche idee e molto confuse. Così si presenta Costanza Miriano in un'intervista rilasciata ad IntelligoNews per promuovere il suo Family day. la premessa è che lei reputa che i gay siano inferiori a lei e che come tali debbano essere trattati. Il tutto sostenendo anche che l'omofobia sia un qualcosa che debba essere preservato:

Nel caso dell’omosessualità non significa dire che è tutto uguale. Bisogna dire che la tendenza omosessuale è oggettivamente disordinata, ma che tutti sono figli di Dio, che devono essere rispettati e che Dio perdona qualsiasi azione. Tuttavia bisogna dire che i matrimoni fra coppie dello stesso sesso non sono il vero bene dell’Uomo. Come dice Parolin questa è una sconfitta per l’umanità. Quello che sta al fondo delle unioni civili non sono i diritti.
Ci mancherebbe non siamo in Iran, tutti possono vivere la loro vita sessuale liberamente. In realtà la battaglia per le unioni civili è per un riconoscimento culturale, si spera che legge cambi il modo di vedere delle persone.

Precisato come la sua partecipazione in piazza sarà volta a chiedere che l'omofobia e la discriminazione siano viste come un valore da preservare, la donna dice anche che lei non è disposta a tollerare che la qualità di vita dei gay possa migliorare. Nonostante le continue aggressioni, i ragazzi che raccontano di essere stati presi a sassate o di aver subito la frattura del braccio perché gay, la Miriano sentenzia:

Inizialmente quando andavo a dibattiti televisivi il gioco era far vedere una coppia gay dicendo che finalmente avrebbero potuto amarsi. Capisco che in passato ci sono state delle ferite che non voglio negare, ma non è più così. Al contrario oggi i ragazzi hanno bisogno di chiarezza.

Quale sia questa «chiarezza» che vorrebbe inculcare nei giovani non è chiaro, anche se l'impressione è che la donna voglia insegnare ai più giovani che la sua presunta eterosessualità sia l'unico orientamento sessuale che debba essere accettato. Egiusto per alimentare la disinformazione, la Miriano cita anche quella che ha tutta l'aria di essere una verisione rivista e corretta della Costituzione:

I giuristi non fanno giudizi morali, semplicemente ci ricordano che la Costituzione parla di famiglia fondata su un uomo e una donna. Le leggi devono stare in una cornice costituzionale, quindi se si vuole questa legge si deve prima cambiare la Costituzione. Ma come ha detto Bagnasco cambiare la Costituzione non è la priorità quando ci sono famiglie che fanno la fame.

Non è chiaro perché mai bisognerebbe cambiare una Costituzione che parla di «coniugi» senza indicarne i sessi, così come non ha senso il suo sostenere che debba essere Bagnasco a decidere le priorità di uno stato laico. L'unica cosa certa è che se il movimento violento guidato dalla Miriano non si fosse messo di mezzo, probabilmente avremmo una legge decente da mesi e il Governo si sarebbe potuto occupare di quello che lei sostiene sia più importante. Eppure lei vuole bloccare i lavori e proporre clausole discriminatorie che probabilmente saranno oggetto di cause legali per i prossimo vent'anni, di fatto rallentando l'Italia e qualunque altra azione politica.

All'appello non poteva mancare il solito sostenere che i diritti altrui debbano essere calpestati per garantirsi privilegi economici. Ed è così che, dinnanzi ad intervistatore che le parla di reversibilità sostenendo che «allargare questo diritto a tutti alla fine porterà a garantirlo più a nessuno», lei risponde

Certo, perché allora io non posso lasciare la pensione ad un’amica con cui ho abitato e diviso le bollette? Come fanno a stabilire la natura della nostra unione? Una coppia dello stesso sesso ha valore solo se intrattiene rapporti sessuali? La reversibilità ha un senso perché spesso accade che una donna per crescere i propri figli si trova costretta a rinunciare al proprio lavoro, quindi è un diritto sacrosanto poterle garantire la pensione del marito qualora quest’ultimo venga a mancare. Ma stiamo parlando di una coppia aperta alla procreazione che ha fatto dei sacrifici per tirare su delle altre persone per il bene della collettività.

Lei lavora ed ha diritto alla reversibilità le coppie etero senza figli hanno diritto alla reversibilità. I gay che lei paragona ad un rapporto di amicizia ne sono esclusi. nega perdono che due gay possano aver fatto sacrifici per dare una casa ai loro figli o per creare una famiglia che lei vorrebbe non riconoscere. Anzi, in molti casi c'è pure chi ha dovuto spendere migliaia di euro il cause legali volte a cercare di abbattere quella discriminazione che lei vorrebbe costruire, eppure la donna si dice certa che la reversibilità debba basarsi sulla presunta eterosessuali. Con buona pace per quelle persone che lei vorrebbe ridurre in schiavitù al fine di appropriarsi dei loro soldi.

Dato che la bufala dell'«utero in affitto» è l'architrave su cui si è basata la sua campagna di informazione e di diffamazione, la donna la cita e dice che «il grande merito di Mario Adinolfi è quello di aver smascherato il rischio dell’utero in affitto». Peccato che sia lei stessa, poco dopo, a confermare come quella sia solo una scusa per legittimare la discriminazione. Dice infatti che «l’utero in affitto è privilegio di pochi ricchissimi», indicando chiaramente come quella campagna volta a sostenere che chi chiede pari diritti voglia accedere a quella pratica sia un falsa e prettamente ideologica.
Secondo la sua teoria, migliaia di persone dovrebbero essere private di ogni riconoscimento nel nome di un qualcosa che lei stessa dica riguardi pochissime persone. E questo senza neppure occuparci si come quella pratica riguardi perlopiù eterosessuali e di come nei suoi discorsi non abbia mai speso una parola contro la stepchild adopion che viene riconosciuta alla coppie eterosessuali sin dal 1983.

Per farla breve, è lei stessa a sostenere che sarà in piazza per sostenere l'omofobia e per cercare di alimentare i pregiudizi verso chiunque abbia un orientamento sessuale sessuale diverso dal suo.
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