I vescovi del Piemonte sono favorevoli al riconoscimento delle unioni civili


È attraverso una nota ufficiale che la Conferenza Episcopale Piemontese ha preso posizione a favore delle unioni civili. Una posizione di per sé blanda, data la totale chiusura alla piena parità di diritti e l'annuncio della loro partecipazione al Family day, ma comunque aperta all'idea che i gay non debbano essere privati di ogni diritto perché poco simpatici ad Adinolfi. Scrivono:

Ribadiamo che tutte le unioni di coppie, comprese quelle omosessuali non possono essere equiparate al matrimonio e alla famiglia. Tenuto fermo questo principio, anche le unioni omosessuali, come tutte le unioni affettive di fatto, richiedono una regolamentazione chiara di diritti e di doveri, espressa con saggezza. Riconosciamo certo la grande importanza e la delicatezza di questo tema che deve essere affrontato e dibattuto, ma non pervenendo a compromessi politici, frutto di equilibrismi tra poteri, che porterebbero a conseguenze negative a tutti i livelli, sociali e culturali, per le famiglie stesse.

In uno stato realmente laico tale posizione dovrebbe risultare riconducibile all'opinione di un gruppo ma, ahinoi, sappiamo bene che a legiferare in Italia non sia il parlamento ma i vescovi. Motivo per cui c'è apprensione riguardo al livello chi chiusura e di discriminazione che verrà deciso in quel gioco politico che si sta consumando fra le mura clericali
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