Il successo di Svegliatitalia travolge gli integralisti, capaci solo di ripsondere con violenti insulti


L'integralismo cattolico è rimasto pietrificato dinnanzi al milione di persone scese nelle piazze d'Italia per chiedere un'immediata approvazione di una legge sulle unioni civili. E chi ha basato la propria campagna di disinformazione nascondendo l'odio dietro a grossolane bugie, difficilmente avrebbe potuto rispondere in modalità diverse dal'insulto gratuito.
Ad aprire le danze è il gruppo ontegralista Nelle note, autore di un video di propaganda dal titolo "Il flop lgbt del 23 gennaio 2016". Stando a quanto dichiarato, si tratterebbe di un "documentario" volto a dimostrare che e le piazze del 23 gennaio fossero vuote dato che è impossibile che qualcuno possa pensarla diversamente da loro.

Il montaggio è composto da un susseguirsi di insulti gratuiti legati a foto decontestualizzate. Ad Alba si dice che «non c'erano abbastanza manifestanti per tenere gli striscioni per le foto» e si mostra un'immagine che mostra chiaramente la preparazione di uno striscione e non certo il corteo.
Ad Alessandria dicono di aver visto solo 67 partecipanti, per Andria scrivono «sei partecipanti e poi tutti a fare shopping». Naturalmente poco importa se la stampa locale ha realizzato lunghe carrellate che mostravano una via ricolma di persone, se Nelle Note dice che erano in sei, quella è la verità assoluta.
Dicono poi che a Belluno fossero «in gita di classe» e che a Benevento fossero in quattro. Il tutto con tanto di prove fotografiche attendibilissime, così attendibili che nessuno deve notare come i manifestanti mostrati abbiano slogan di precedenti manifestazioni e nessuna sveglia. Sarà, ma se Nelle Note spergiura che quelle foto siano vere e allora dobbiamo credergli! In fondo come non dar ragione a chi passa le proprie giornate a parlare di qualcosa che non c'è come la fantomatica «ideologia gender»?

Appre inutile proseguire con gli esempi dato che la tattica utilizzata non ha neppure bisogno di grandi spiegazioni per essere smascherata: si può parlare della manifestazione di Milano mostrando questa foto oppure questa. Nel primo caso si darà l'idea di un flop, nel secondo se ne sottolineerà il grande successo. Entrambe le immagini solo reali, solo che la prima è stata scattata a fine manifestazione da un'angolazione poco favorevole, quindi rende un'idea distorta della realtà.
L'interessantissimo documentario ha immediatamente catturato l'attenzione di Amicone, direttore di Tempi, da sempre interessato a qualunque strumentalizzazione possa portare vantaggio alla sua battaglia politica per un ritorno delle destre al potere e una discriminazione istituzionalizzata delle minoranze (che siano gay o stranieri, a loro non piace praticamente nessuno).

Come sta accadendo con una frequenza sempre maggiore, questa strumentalizzazione gioca a sfavore dell'integralismo cattolico e della loro crociata contro i diritti altrui. Potranno anche mettersi lì con il pallottoliere a cercare di screditare i numeri altrui (ovviamente dopo aver moltiplicato i propri quasi fossero pani e pesci), ma ciò non cambia nulla nella sostanza: loro hanno piazze in cui c'è chi dice che la loro famiglia è superiore a quelle altrui, qui c'è gente che chiede uguaglianza. Loro sostengono che gli altri siano un abominio dinnanzi a Dio, qui vige il rispetto per tutti. Loro sono contro qualcuno, qui si era a favore di tutti. Insomma, basterebbe solo questo a capire chi ha davvero vinto, che a loro piaccia o no.
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