La Croce Rossa contro i convegni di Amato: «Un sopruso di chi prende in prestito dottrine religiose per promuovere l’esclusione sociale»


Continuano senza sosta le conferenze di disinformazione con cui Gianfranco Amato sta tentando di alimentare l'isteria attraverso fantomatiche «ideologie gender» e curiose teorie che vedrebbero lo sgretolamento delle famiglie eterosessuali qualora si smetta di discriminare le famiglie omosessuali. Si tratta di incontri con evidenti scopi politici e partitici, spesso patrocinati direttamente dalla Lega Nord di Matteo Salvini o da realtà riconducibili all'integralismo cattolico.
In occasione del comizio di Lanciano, voluto dall'arcivescovo Emidio Cipollone (nella foto insieme ad Amato), anche la Croce Rossa ha voluto prendere posizione contro ciò che lede la dignità umana e pone in serio pericolo la sicurezza dei bambini. Attraverso un comunicato, l'associazione ha fatto sapere:

Il delegato tecnico d’Area 4 del Comitato locale di Lanciano per la disseminazione del diritto internazionale umanitario, dei principi fondamentali e dei valori umanitari, nella persona dell’avvocato Andrea Cerrone ed il delegato tecnico d’Area 5 del Comitato locale di Lanciano per la promozione dello sviluppo dei giovani e l’educazione alla cittadinanza attiva, nella persona del dottor Luca Iezzi deplorano la comparsa, per le vie della Città di Lanciano, di un manifesto oltraggioso della dignità dell’essere umano. La composizione grafica di tale manifesto, disegnato incredibilmente con lo stemma araldico dell’Arcivescovo di Lanciano-Ortona, ingenera confusione ed alimenta la discriminazione nei confronti delle persone transessuali ed omosessuali

[...] Compito della Croce Rossa non vuole essere quello di intervenire nel dibattito politico sul riconoscimento giuridico dei diritti delle coppie omosessuali, sul quale peraltro si è recentemente pronunciata la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, bensì fare chiarezza per evitare che una fetta di popolazione subisca i soprusi di chi prende in prestito dottrine religiose per promuovere l’esclusione sociale delle persone omosessuali o transessuali. Con la nota risoluzione antiomofobia del Parlamento europeo del 2006 si è correttamente sottolineato ‘che l'omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse ... spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all'obiezione di coscienza’.

Nel manifesto dell’Arcidiocesi campeggiano varie ‘frasi ad effetto’ ricomposte in un puzzle di “maschio e femmina”, “niente di diverso”, con articolazioni grafiche raffazzonate e recuperate, verosimilmente, da siti per vacanze estive, peraltro con esplicito rimando ad una pagina Facebook dal titolo eloquente: “Maschio e femmina sì, gender no. Comitato di Lanciano”, che certo non aiuta a far chiarezza sulla non discriminazione.

Prima di esprimere qualunque idea, ideologia o fede, su certi temi, bisognerebbe che si facciano lunghe premesse sui concetti di non discriminazione e di ripudio della violenza e del bullismo, poiché il quindicenne che s’imbatte nel manifesto “maschio e femmina sì, gender no” non troverà grosse barriere quando, tra i banchi di scuola, dileggerà il compagno di classe incolpevolmente (ci fosse alcunché di male!) effeminato.

I delegati delle Aree 4 e 5, dunque, condannano fermamente l’ambiguità ingenerata da quel manifesto più che inopportuno, che non può essere confuso con legittime idee od opinioni politiche liberamente espresse. Non può farsi confusione sull’omofobia e sul bullismo.
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