L'endorsement di Regione Lombardia al Family day: gonfalone in piazza e slogan sul Pirellone


Esattamente un anno dopo il convegno organizzato dalla Regione in "difesa" della famiglia tradizionale, al Regione Lombardia torna ad utilizzare le istituzioni per fini elettorali. Roberto Maroni si dice pronto ad inviare il gonfalone con la rosa camuna al Family day organizzato dal comitato "Difendiamo i nostri figli" e di illuminare il Pirellone con la scritta "Family day". Dunque, in quell'occasione, la sede della regione non sarà più la casa di tutti i cittadini ma solo di quelli che sposano un'ideologia di esclusione sociale basata sull'orientamento sessuale.
Al suo fianco ci sarà l'immancabile Sentinella in piedi Cristina Cappellini, ossia quell'assessore che pare lavorare più per i gruppi di istigazione all'odio che per i ruoli per la quale viene pagata. La donna rivendica il suo astio nei confronti di chiunque abbia un orientamento sessuale diverso dal suo nell'asserire: «Non abbiamo mai ceduto di un millimetro né io né Maroni e così abbiamo vinto. Forti delle nostre idee, dei nostri principi e in nome di tutte quelle persone che hanno riempito il nostro auditorium». Il suo concetto di «vittoria» pare dunque concretizzarsi nella discriminazione di parte della cittadinanza in base ai distinguo dell'integralismo cattolico di cui fa parte.

La decisione non pare essere condivisa dalle opposizioni e il capogruppo del Pd in Regione, Enrico Brambilla, reagisce: «Cominciamo a preoccuparci dell'ossessione dell'assessore per la cosiddetta famiglia naturale, argomento che pare occuparla molto più delle politiche culturali di cui ha la delega. Per altro, di tutta questa attenzione le famiglie lombarde, a parte i discutibili convegni, non se ne sono proprio accorte. Quanto alle finestre dei nostri uffici, se tenerle accese o spente lo decidiamo noi, non Maroni o la Cappellini».
Iolanda Nanni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, aggiunge: «Il gonfalone lombardo al Family Day non rappresenta certo tutti i lombardi, ma solo una parte di crociati lumbard che sulla difesa della presunta famiglia tradizionale da minacce inesistenti sta costruendo una campagna d’odio, pregiudizio e divisione. È una scelta unilaterale che mette la Lombardia al pari di quei paesi che negano i più elementari diritti civili. Diversi sondaggi mostrano che la maggioranza degli italiani è a favore dell’uguaglianza per tutte le famiglie. Ognuno di noi, anche se leghista, ha amici, colleghi, parenti omosessuali che hanno diritto alla piena parità. Quel gonfalone, e l’adesione di Maroni a una manifestazione contro i diritti, sono un marchio infamante per la Lombardia».

Già nel 2007 l'allora governatore Roberto Maroni invio il gonfalone ufficiale della Regione al Family day organizzato da Silvio Berlusconi con l'appoggio della Conferenza Episcopale Italiana. Un evento che ai tempi causò l'affossamento della proposta di legge sui Di.Co. ed avviò quell'epoca di discriminazione istituzionalizzata delle persone meno gradite al Vaticano.
2 commenti