Luciana Littizzetto: «Il Family day è un ritrovo di preti e di politici divorziati che vanno a prostitute»


È una Luciana Littizzetto senza freni quella che in pochi minuti, usando la più semplice logica, ha letteralmente massacrato il Family day e l'ipocrisia di chi dice sta semplicemente cercando una scusa per negare di essere mosso dalla più becera omofobia.
Durante il suo intervento a "Che tempo che fa", Luciana ha esordito con l'occuparsi del ritorno di Ruini sulla scena politica, sottolineando come non si sarebbe astenuto dal mettere becco contro il riconoscimento delle unioni civili (da lui fermate nel 2007). Ed è proprio riguardo al suo appoggio all'ennesimo Family day, che la comica ha spiegato: «Il Family Day è un ritrovo di persone all'aperto in cui preti, leader politici sposati, divorziati, risposati e frequentatori di prostitute dicono com'è bella la famiglia tradizionale».
Bacchettate sono state riservate anche all'attuale presidente della Cei: «Bagnasco ha detto che questa legge sulle unioni civili non è un'urgenza. Non come non è un'urgenza? È dal 1986 che siam qui ci tormentiamo. Anche quest'anno abbiamo fatto tante cose, abbiamo riformato la Costituzione, abbiamo fatto il jobs act... ma le coppie e le unioni civili sono ancora al palo. Cosa dobbiamo aspettare? Il 2020? Dicono che sia una legge incostituzionale, perché nella Costituzione c'è scritto che il matrimonio deve avvenire fra persone di sesso diverso. A parte che non è vero che c'è scritto questo, ma la Costituzione l'han scritta nel 1948 quando i gay li chiamavano froci, adesso non succederebbe mai a meno che tu non sia un allenatore di calcio. Di cosa abbiamo paura, di essere contagiati da queste coppie? Ma se domani mattina Giovanni e Francesco si sposano non è che Cavanacciuolo si mette il rimmel».
Riguardo al nuovo dizionario introdotto dall'integralismo cattolico, la Littizzetto ha aggiunto: «Quello che mi fa specie è il balletto delle parole. Non si puà chiamare matrimonio, non si può chiamare famiglia anche se lo è a tutti gli effetti. Allora l'hanno chiamata "formazione sociale". Che nome è? Sembra uno stage per tornitori!.
Poi si parla della stepchild adoption, che sembra una cosa tipo rumba fitness. Perché in Italia quando non sappiamo come trattare una cosa la chiamiamo in inglese. Che poi è perché noi facciamo fuffa, in inglese fuffing. Sarebbe l'adozione del figlio da parte del convivente. Noi siamo uno dei pochissimi paesi europei che ancora non hanno una legge sulle unioni civili.
Il matrimonio c'è in Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svezia. Le unioni civili ci sono in Austria, Cipro, Croazia, Finlandia, Germania, Grecia, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria. Nessun diritto in Bulgaria, Estonia, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia. Non è che son tutti cretini, loro. Non è che con tutti mostri.
Ma sai qual è il problema? È che questi sono i diritti di una minoranze e al potere le minoranze non piacciono tanto. Insomma, se ne occupano solo se sono costretti. Qualcunio potrebbe dire che queste unioni civili non decollano perché la Chiesa Cattolica non le vuole. Ma la chiesa cattolica c'era anche quando c'è stato il referendum sul divorzio, ma quella passò subito e sai perché? Perché il divorzio interessava ai nostri politici, conveniva, indipendentemente dallo schieramento politico. Se devono fare una legge che riguarda i loro interessi, sai come la farebbero velocemente. Se dovessero aumentarsi i vitalizi, di notte la fanno. Allora io ho trovato una soluzione, l’unica soluzione è questa: che l’omosessualità dilaghi in Parlamento. E allora finalmente vedrai che faranno una legge sulle unioni civili. E se per caso Ruini dice che non è d'accordo, gli direbbero: "Zitto tu che ti rimettiamo l'Imu sugli immobili". Solo Montecitorio gay ci può salvare».

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