Nell'Italia del Family day, c'è la gogna per chi non insulta i gay


L'Italia è uno dei i Paesi più tolleranti al mondo, l'omofobia non esiste. È quanto continuano a ripetere i gruppi delle'integralismo cattolico per auto-assolversi dal loro atteggiamento omofobo. Chiedono che ai ragazzi non sia insegnato il rispetto verso il prossimo e sostengono che i genitori debbano avere il pieno diritto di decidere se loro figlio dovrà provare avversione verso chi ha un orientamento sessuale dal loro.
In un qualunque Paese civile gli insulti omofobi pronunciati in campo dall'allenatore del Napoli avrebbero indignato tutti i tifosi, ma dato che viviamo nell'Italia di Brandi ed Adinolfi, ecco che gli insulti omofobi diventano una scusa per sentirsi legittimati a insultare l'uomo che li ha denunciati.

Su Facebook sono nati decine di gruppi volti a sostenere che chi difende i gay sia gay, e che quindi vada insultato. E si denota anche una popolazione troglodita dinnanzi a chi si lancia pure nel sostenere che un gay, in quanto gay, si senta donna.
In quel tripudio di ignoranza, troviamo messaggi in cui si afferma: «Ora e tutto chiaro sul divorzio che ha chiesto la moglie di Mancini.. A lei piacciono gli uomini e non i froci come lui. Mancini, uomo di merda, gay che non sei altro, capisco perché Balotelli è tornato al Milan». Qualcun altro scrive: «A scuola i miei amici mi insegnarono che se ti chiamavano frocio, potevi reagire in due modi diversi, il primo è rispondere "portami tua sorella* il secondo è dire tutto alla maestra, se dici tutto alla maestra significa che sei frocio per davvero».
Tanti, tantissimi, sono i disegni in cui si sfotte Mancini attraverso i peggiori cliché: chi difende la dignità dei gay dev'essere gay per forza, è un finocchio, è un frocio di merda, vuole farsi sbattere, gli piace prenderselo in culo... ogni volgarità e offesa è esibita con orgoglio.

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