ProVita plaude al consigliere Udc: «Le relazioni gay sono prive di un interesse collettivo»


All'interno della sua incessante e violenta campagna contro le persone lgbt, l'associazione ProVita ha pensato bene pubblicare un articolo dal titolo "Matrimonio gay: arma di distrazione di massa". Scrivono:

“Che le unioni civili, o matrimonio gay, che dir si voglia, siano una questione di giustizia è tutto da dimostrare”, scrive il dottor Glauco Santi su ParmaDaily.it
Usa parole tanto semplici, sintetiche e ragionevoli, che –nonostante sulla questione abbiamo già detto di tutto e di più– merita d’esser letto. Repetita iuvant.

Ed è così che l'associazione rilancia un articolo scritto da un ex-consigliere dell'Ucd, parte del Movimento per la vita di Parma. sentinella in piedi e promotore del Family day. Insomma, una persona ideologicamente schierata contro il riconoscimento dei diritti altrui. E neppure l'accento sul fatto che si tratti di un dottore pare avere grande significato, dato che l'agopuntore non appare una disciplina che conferisce particolare autorevolezza sui temi matrimoniali.
Ma più probabilmente è la violenza delle parole scelte ad aver attratto l'attenzione dell'associazione omofoba, sempre attenta a percorrere qualunque via possa gettare fango sulle persone lgbt.

Nel riassunto proposto ai loro lettori, scrivono:

“La convivenza è e rimane una relazione privata e chi la sceglie vuole evitarne proprio la sua istituzionalizzazione pubblica. A Parma, per esempio, le coppie iscritte al Registro delle Unioni civili del Comune si contano sulla punta delle dita di una sola mano”.
Sottolinea poi come sia una “esigenza” solo per gli omosessuali, anzi, per gli attivisti omosessualisti che Renzi vuole, strumentalizzandoli, ingraziarsi (e l’autore ricorda al Presidente del Consiglio che brutta fine abbia fatto il sindaco di Roma, Marino, cercando di tenere insieme il Vaticano e il GayPride).

La contrapposizione fra Vaticano e Gay Pride (inesistente nell'originale) appare la solita scusa con cui si cerca di sostenere che i gay non facciano parte della chiesa e non meritino di essere chiamati cristiani (al contrario dei neofascisti, dato che Brandi ha sempre avuto particolare attenzione a coinvolgerli nei suoi convegni e nelle sue iniziative).
Si da voce anche a chi sostiene che i diritti siano questione di numeri e che non abbiano senso se non è la maggioranza a beneficiarne. A questo punto, però, c'è da domandarsi se ciò valga sempre: ad esempio perché abbattere le barriere architettoniche se ad usarla è una minoranza? Perché installare dei defibrillatori in arre pubbliche se solo due o tre persone vengono colte da infarto? Stando a questo suo ragionamento, allora avrebbe più senso farle morire (tanto sono poche e così si risparmia!).

Ma è nel capoverso successivo che si tocca il fondo:

“In tutta questa faccenda manca un requisito fondamentale. Nelle convivenze infatti, in quanto relazioni volutamente private, non c’è un interesse pubblico, fatto di doveri e di diritti, e quindi manca una legittima rivendicazione di denaro pubblico, come nel matrimonio, il quale è e rimane invece una relazione di diritto pubblico. Nessuno vuole impedire agli omosessuali di convivere, lo facciano però con i loro soldi, non con i miei!
La relazione omosessuale, in quanto relazione intrinsecamente sterile, è “condannata” ad essere una relazione puramente privata e priva di un effettivo interesse collettivo. Le nuove generazioni, nate dalla fecondità prodotta dalla differenza sessuale, rappresentano invece un interesse fortemente pubblico per uno Stato che si rispetti. La stessa nostra Carta Costituzionale vuole che il luogo ottimale per fondare una famiglia sia il matrimonio”.

Ecco dunque che si sostiene che i gay siano inutili alla società e che solo le relazioni eterosessuali debbano essere riconosciute. Una posizione che però non spiega perché mai due etero possano sposarsi e non avere figli, dato che nella sua faziosa ricostruzione, non c'è diritto al matrimonio se la donna non viene ingravidata.

In conclusione si torna a sostenere che i reali problemi siano altri e che i politici dovrebbero aver paura a seguire la strada dei diritti costituzionali anziché il presunto ritorno elettorale.

E conclude: “Sono altri i problemi degli italiani i quali spesso non riescono ad arrivare alla fine del mese e i nostri giovani che sempre più spesso, per avere un lavoro dignitoso, sono costretti a cercare all'estero, emigrando. Unioni civili? Arma perciò di “distrazione” di massa…”
E come tutti gli esplosivi, il giovane Renzi stia molto attento che alla fine non gli esploda tra le mani.

Curioso è anche come questa gente ripeta il solito ritornello su presunte priorità, ma poi non fiata quando la politica perde il suo tempo a disquisire di presepi o della mancata assegnazione delle bancarelle di natale alla mafia. E riguardo ai giovani che cercano lavoro all'estero, c'è solo da invidiare chi ha l'occasione di abbandonare un Paese come l'Italia in cui i diritti vengono scherniti con argomentazioni basate sulla mera discriminazione.
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