Quelli del FamilyDay: «Dobbiamo togliere i figli ai genitori gay per farli adottare, anche da vecchie»


Gli organizzatori del Family day hanno rivelato il loro timore dinnanzi alla possibilità che qualche partecipante potesse parlare con la stampa e raccontare i veri motivi che lo avevano portato da loro. Attraverso dei comunicati stampa si intimava di evitare i giornalisti, lasciando che solo i portavoce ufficiali potessero rilasciare dichiarazioni. Non male per chi sostiene l'esistenza di un "pensiero unico" e dicono di voler combattere nel nome della libertà di espressione.
Eppure il vero motivo sembra un altro. Se Repubblica segnala la presenza di manifestanti che si trovavano lì senza neppure sapere bene il perché, è l'Ansa ad aver intervistato alcuni di loro.

Una donna afferma: «No all'adozione di gay, lesbiche, transessuali omosessuali. Queste lobby, che sono così potenti, devono andarsene via! Non vogliamo che qui in Italia si, si... vanno anche a fare la teoria del gender nelle scuole, ai nostri bambini. Quindi no alla teoria del gender. No alle lobby omosessuali, transessuali, lesbiche e omosessuali»
Poi aggiunge: «Se ci sono già delle persone, o lesbiche o omosessuali, che hanno già questi questo bambini, che non si sa da dove vengono e che tipo di adozioni possono essere fatti, io ritengo che vadano assolutamente tolti da questi genitori perché li rovineranno per la vita e vengono dati a delle famiglie, e ce ne sono tantissime perché oggi per fare delle adozioni in Italia bisogna fare dei salti mortali. Quindi benvengano i bambini da adottare perché ci sono tante coppie che cercano di adottare i bambini. Anch'io che sono vecchia, se ci fosse un bambino da adottare, io lo prenderei come una mamma in casa o anche fossi solo io lo prenderei».

Un uomo afferma: «Noi aggi simo qui a manifestare non solo per il diritto dei nostri figli ma anche per il diritto naturale della Costituzione. C'è da tener presente che la Costituzione italiana nell'articolo 11 ben definisce la famiglia. Oggi c'è un attacco con un decreto legislativo alla Costituzione italiana oltre che alle famiglie e ai ragazzi. Quello che contestiamo non è l'omosessuale, perché sono fratelli in Dio e figli nostri, il discorso è il voler far diventare un desiderio un diritto. Quindi vorremmo che si parlasse del diritto di un bambino di avere un genitore e una madre come è sempre stato da mille anni a questa parte».
In realtà l'articolo 11 è quello che dice che «l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». La famiglia viene definita nell'articolo 29, dove non c'è alcun riferimento al sesso dei coniugi.

Una donna spiega come a creare le condizioni di discriminazione sia il pregiudizio degli integralisti, asserendo: «Io penso che i bambini di sere a e di serie b si formino non perché uno non appoggia questa legge, ma si formano questi bambini perché alla fine la facciamo noi la serie a e la serie b. Perché purtroppo un bambino non può capire. Se tu ad un bambino gli dici di tare con due uomini, il bambino non ha malizia e ti dirà sicuramente che va bene. Quindi dobbiamo essere noi adulti a tutelare i bambini. Non è una questione di discriminazione, qui nessuno vuole discriminare nessuno. Io sono la prima che se devo aiutare una persona omosessuale la aiuto. Ma questo a prescindere dal fatto che uno crede in certi valori. Cioè, voi siete liberi di fare le vostre scelte, però io come persona di coscienza e anche cristiana, non appoggio la famiglia omosessuale perché per me non pul essere di esempio ad un bambino».

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