Renzi ricordi la sua promessa ad Ernesto


Era il 29 novembre del 2013 quando Matteo Renzi era in diretta televisiva su Sky Tg 24 per la sua campagna elettorale. In quell'occasione promise che avrebbe fatto approvare le unioni civili fra persone dello stesso sesso entro giorni dalla sua elezione. Com'è evidente, la promessa sui tempi venne disattesa e il protrarsi dell'attesa ha permesso all'integralismo cattolico di poter organizzare della campagne di viral marketing volte ad ingannare la cittadinanza con assurde teorie.
Quell'attesa ci è costata due anni di insulti e di vessazioni. Due anni in cui si è registrato un costante aumento della violenza omofobica e una campagna d'odio senza precedenti. Subire tutto ciò per ritrovarsi in mano un pugno di mosche apparirebbe una vera e propria presa in giro, motivo per cui appare importarne ricordare a Renzi in che cosa consisteva la promessa che gli ha garantito l'elezione.

Le sue esatte parole furono:

Nel mio gruppo di lavoro c'è una coppia, Letizia e Teresa, che da poche settimane ha un figlio che si chiama Ernesto. Da segretario del PD lavorerò perché Ernesto abbia gli stessi diritti dei miei figli e, dopo tanti anni di discussioni andate a vuoto, faremo una legge sui diritti civili.

Gli «stessi diritti» significa gli stessi. Non un affido, non una qualche garanzia inferire. Significa che dinnanzi alla legge Ernesto deve avere le stesse tutele che sono garantite ai figli di chi si dice pronto a scendere in pizza per chiedere che alcuni bambini abbiano minori tutele di altri. Quella promessa l'ha fatta ad Ernesto e l'ha fatta agli italiani. Ora è tempo di mantenerla.
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