Russia. Commissione affossa proposta di legge anti-coming out


Il progetto di legge presentato da due parlamentari russi ere perentorio: dichiararsi gay, tenersi mano nella mano o baciare il proprio compagno in pubblico sarebbe costato una multa da 5000 rubli e due settimane di carcere. Era questa l'ultima follia partorita da un governo che ha istituzionalizzato l'omofobia.
La discussione parlamentare era stata calendarizzata per oggi, ma pare che la legge non finirà in aula. Secondo l'agenzia di RBC, il Comitato per la legislazione costituzionale ha respinto il disegno di legge perché ritenuto privo di qualunque fondamento giuridico formale.

Pare dunque che la commissione non abbia ravvisato problemi nella discriminazione in sé e che la legge sia stata respinta solo per problematiche prettamente formali. Da quanto nel 2013 il presidente Vladimir Putin ha firmato la nota legge contro la cosiddetta "propaganda gay sui minori", pare che i legislatori stiano facendo a gara per cercare nuove modalità con cui colpire la comunità lgbt.
Quest'ultimo progetto di legge era stato presentato da Ivan Nikitchuk, un parlamentare del partito comunista MP che si era lasciato andare a gravi affermazioni: «L'omosessualità -ha sostenuto- è una grave minaccia per ogni persona normale perché può colpire i bambini o i nipoti».
Curioso è come il divieto si sarebbe dovuto applicare solo agli uomini, dato che Nikitchuk sosteneva che «le donne sono più ragionevoli».

Polina Andrianova, dell'organizzazione per i diritti lgbt Coming Out di San Pietroburgo ha commentato: «Quando è stato lanciato questo progetto di legge, il testo così incredibilmente assurdo che ci ha fatto sperare si trattasse di una di quelle iniziative che non ottengono alcuna attenzione. ma il fatto che fosse stata programmata una prima lettura è stato un segno molto negativo. Inoltre il disegno di legge in sé e il dibattito che ne è conseguito potrebbero incoraggiare nuove violenze anti-gay, incoraggiando le persone che sono disposte a discriminare e a picchiare la gente».
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