Vincono i fondamentalisti anche tra gli anglicani: sospesa la Chiesa Episcopale Usa per aver celebrato matrimoni gay


Tre anni di «sospensione» dalla Comunione anglicana per la Chiesa episcopaliana, la storica confessione degli Stati Uniti legata all’anglicanesimo fin dai tempi delle tredici colonie britanniche. È stato questo -alla fine- il verdetto dell’Assemblea dei primati, l’incontro degli arcivescovi delle 38 province anglicane sparse nei diversi paesi del mondo, convocato dall'11 al 15 gennaio dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby con l’obiettivo di superare le divisioni profonde che da più di un decennio attraversano il mondo anglicano che si pone come "via di mezzo" tra il cattolicesimo e il protestantesimo.
Impresa ardua, anche per via delle polemiche rinfocolate negli ultimi mesi dalla decisione presa in estate proprio dalla Chiesa episcopaliana di cambiare la propria disciplina canonica in modo da permettere i matrimoni anche tra persone dello stesso sesso. Passo compiuto dalla stessa denominazione che nel 2003 -sempre tra forti polemiche- aveva già deciso in maniera autonoma di procedere all’ordinazione di un vescovo dichiaratamente gay, Gene Robinson, vescovo del New Hampshire.
L’Assemblea dei primati -in forza della mediazione promossa dall’arcivescovo di Canterbury- ha accolto solo in parte le richieste dei fondamentalisti (soprattutto vescovi africani e asiatici) e non ha espulso la storica chiesa episcopale degli USA accontentandosi di escluderla da tutte le cariche e le votazioni in seno alla Comunione anglicana per tre anni. Per accontentarli, tuttavia, l’Assemblea dei primati ha ribadito a forte maggioranza la contrarietà ai matrimoni tra persone dello stesso sesso con parole di fuoco e zolfo: «Alla luce della Scrittura -si legge nel documento- la dottrina tradizionale della Chiesa considera il matrimonio l’unione fedele e duratura tra un uomo e una donna». E questa è un'affermazione molto grave che chiude il dialogo con una serie di movimenti cristiani e, in compenso, lo apre con i settori più fondamentalisti delle comunità evangelicali e al tempo stesso del cattolicesimo e dell'ortodossia che sono riuniti in una sorta di “internazionale” contro i gay come contro l'ordinazione e la dignità delle donne nella Chiesa.
La sospensione può sembrare una mitigazione rispetto allo scisma apertamente proclamato essa è motivo di molta preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore un cristianesimo inclusivo. E tutto ciò da parte di una confessione che aveva fatto dell'unità nella diversità una propria bandiera.

Andrea Panerini
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