Airola piagnucola: «Ho ricevuto insulti». Ora, grazie a lui, sarà il Senato ad insultare i gay


Il 5 febbraio il Movimento 5 Stelle dichiarò: «Votiamo compatti sì al ddl Cirinnà. Mica come il Pd». Il 6 febbraio ritrattò: «Ciascun senatore voterà secondo coscienza sul ddl». Il 7 febbraio ritrattò ancora: «Si voterà secondo coscienza solo sulla stepchild». Il 16 febbraio è andato in aula a dire: «Noi non voteremo il canguro del Pd. Vogliamo votare gli emendamenti della Lega».
Si tratta di 500 emendamenti inutili e spesso ingiuriosi che non portano alcun contributo alla discussione, ma rappresentano solo un percorso ad ostacoli che rischia di affossare l'intera legge anche attraverso le decine di voti segreti che verranno inevitabilmente registrati. In una parola, se anche la legge dovesse passare, difficilmente non verrà ridimensionata ulteriormente ed è facile temere che a pagarne le conseguenza maggiori saranno i bambini (peraltro già vittime di mesi e mesi di propaganda diffamatoria verso di loro).
Le famiglie gay attendono di veder riconosciuti i loro diritti già da vari decenni, ma evidentemente qualcuno ha ritenuto di poter distruggere sogni e speranze di migliaia di persone solo perché preferiva mettere in difficoltà il Pd. I diritti possono attendere se c'è da ottenere un vantaggio politico.

È dal suo profilo Facebook che Alberto Airola, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, si è pure messo a piagnucolare perché qualcuno non ha avuto piacere nell'aver visto venduta la sua dignità per trenta denari. Scrive:

Ho ricevuto insulti oggi per non voler votare un canguro di 500 emendamenti ma sono sempre lo stesso dell'intervento di qualche giorno fa. Hanno distrutto la democrazia con queste pratiche del canguro e dei contingentamenti: un conto è avere di fronte 5000 emendamenti un conto 500. Sono sicuro che proprio voi che non li avete i diritti non li volete ottenere in modo non democratico e autoritario. Li votiamo in un giorno se vogliamo, li votiamo in poche ore e Grasso può togliere decine di voti segreti, se vuole, come ha fatto con le riforme e in mille altre occasioni.
La legge la portiamo a casa perché i nostri voti ci sono, senza dover ricorrere a un vergognoso canguro. Da domani vedrete i voti in aula, tutto il resto è terrorismo.

Ai 500 emendamenti della Lega si sommano i 197 degli altri partiti. Ad ogni emendamento ogni gruppo presente al Senato può prendere parola per 10 minuti a cui può seguire replicare un rappresentante del Governo. Considerato che i gruppi sono dieci, se anche la metà volesse fare ostruzionismo, il calcolo dei tempi è facile: 5/10 interventi x 15/30 minuti a testa x 770 emendamenti. In pratica non si andrà da nessuna parte.

Ma, soprattutto, fa pensare come il signor Airola si lagni perché qualcuno l'ha insultato. È salito al potere gridando «vaffanculo» agli altri politici e ora se la prende perché qualcuno gli ha riservato un vaffa'? Davvero si offende mentre sta imponendo al Paese una serie di votazioni su veri e propri insulti riservati ai cittadini?
Perché mai qualcuno dovrebbe aver piacere nel sentire Malan che vuole fare sesso in comune o Giovanardi che pretende di sapere chi farà il «marito» e la «moglie» in una coppia formata da persone dello stesso sesso? Perché mai dovremmo sorbirci questi insulti gratuiti e questa istigazione all'odio solo perché Airola vuole giocare a quello a cui non piacciono i canguri?
11 commenti