Al family Day c'era anche Andrea Insabato, l'attentatore de Il Manifesto


È all'interno delle immagini riprese effettuate al Family day dalle telecamere di "Gazebo" che qualcuno ha riconosciuto un volto noto: ad aggirarsi in quella che presumibilmente era l'area stampa della manifestazione ci sarebbe stato anche Andrea Insabato, l'ex terrorista di estrema destra che nel 2000 architettò una strage nella sede de Il Manifesto.
L'attentato non andò a buon fine, forse perché la bomba gli cadde della mani, forse perché l'appoggiò a terra troppo violentemente. Fatto sta che fu lui l'unico ferito dell'attentato. All'epoca quarantenne, era un ex militante nei gruppi di estrema destra, prima Nar, poi Terza posizione. Qualcuno lo collegò anche a Forza Nuova, nonostante Roberto Fiore si affrettò a smentire ogni legame: «Andrea Insabato lo conosco da vent'anni, sono un suo amico, ma non è dei nostri -dichiarò Fiore nel 2000- È un tipo eccentrico, e la Digos lo sa benissimo, un "cane sciolto" come si diceva un volta, gira dappertutto e lo si può trovare ai comizi di An, a quelli del Movimento sociale Fiamma Tricolore, come anche ai nostri».
Condannato a dodici anni di reclusione, oggi è a piede libero. Sui social, ora si fa fotografare mentre si cimenta in saluti romani con una croce in mano, così come viene taggato da gruppi anti-gay come "Noi sosteniamo il presidente Putin contro le adozioni alle coppie gay" (una pagina Facebook che si presenta con lo stesso simbolo di "No ai matrimoni gay" e che risulta fan di realtà come l'associazione ProVita, le Sentinelle in piedi e La Manif Pour Tous Italia, ma anche di Vladimir Putin, di Rinascita e di Eurasia). Un video dello scorso gennaio ce lo mostra anche durante una manifestazione tenutasi a Foro Mussolini «in onore di tutti i camerati caduti».
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