Alberto Airola: «Senatori con tre famiglie "naturali" legiferano per proibire a qualcuno di averne una?»


Il senatore Alberto Airola (M5S) è in prima fila nel chiedere la piena approvazione delle unioni civili e della stepchild adoption, così come denuncia una disinformazione volta a creare condizioni in cui alcuni senatori non abbiano la più pallida idea di che cosa dica realmente la legge che stanno per votare.

Ecco il suo intervento in aula durante la seduta odierna:

Presidente, colleghi, siamo qua oggi a combattere una battaglia di civiltà che dura da troppo tempo e che ha una portata ben più ampia di quella che potete immaginare. Il fatto che siamo ancora qua a parlare di temi risolvibili venti anni fa non è casuale. Non è casuale che non ci sia stato nessun dibattito adeguato; non è casuale che siano caduti dei Governi su questi diritti. Il fatto più vergognoso è che non ci sia stato un confronto civile in una spazio laico neutro quale un moderno Paese democratico avrebbe dovuto garantire sia nelle istituzioni, ma anche nella Tv. Per l'ennesima volta sono state raccontate delle gravissime bugie agli italiani.
Cominciamo dal fatto che i diritti di cui stiamo parlando -e lo sapete bene, colleghi- sono quelli sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione: ossia, siamo uguali davanti alla legge e con pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, razza, religione, lingua, opinione politica e di condizioni personali e sociali. Il sesso viene per primo e c'è una ragione ben specifica. Tutto ciò che si doveva dire in quest'Aula doveva partire proprio da questi principi di uguaglianza e pari dignità sociale. Invece no: si è andati esattamente in senso opposto, costruendo una cittadinanza di serie B, perché gli omosessuali non possono sposarsi, non possono essere troppo congiunti, ma neanche essere troppo disgiunti. Si può esistere, ma solo in uno spazio legislativo ridotto e ipocrita: uno spazio in cui si è costretti a riconoscere gli stessi diritti, ma a chiamarli con un nome diverso.
Va bene, però, se adesso non si può fare altro per riconoscere l'esistenza degli omosessuali e dei transessuali, in un Paese come l'Italia, il nostro Paese, nelle cui leggi non compaiono neanche le definizioni di orientamento sessuale e identità di genere -pensate un po'- un Paese che è ultimo tra gli ultimi, senza una legislazione in merito e sanzionato dalla Corte europea dei diritti umani, come abbiamo già detto. Se è per ottenere almeno questo, va bene: possiamo anche accettare l'umiliazione di definirla una «formazione sociale specifica», tanto per chiamare in modo diverso le stesse cose, che affrontano due persone che vivono una vita quotidiana identica a quelle di tutte le altre famiglie, tra mutuo, lavoro, figli, scuola e spesa. Una vita identica e problemi identici, per cittadini uguali davanti alla legge, ma senza gli stessi diritti. Magari potete scrivere una Costituzione a parte per loro, con diritti più contenuti, striminziti, calati dall'alto.
Anche questo, però, non basta: chi si oppone non è mai contento e anzi arriva a dire che boccia in toto questa legge. Insomma, è così che siamo sprofondati in questa notte della ragione, senza possibilità di dibattere e di discutere e abbiamo sentito ogni sorta di bestialità. Voi dell'NCD e di Forza Italia, voi detrattori dei diritti (parlo anche dei Cattodem), non è vero che non avete avuto occasione di parlare: siete stati 73 sedute in Commissione ad argomentare, delirando, che chi si unisce «deve avere i genitori» oppure «deve presentarsi munito di patente», o ancora che l'unione è preclusa «in presenza di figli». Siete voi che avete preso in giro tutti e avete buttato all'aria il dibattito. Avete dispiegato un armamentario di argomentazioni farlocche, di penose paccottiglie concettuali, fino all'ingiuria, dalle citazioni sui regolamenti per cani, all'obbligo di controllare che fosse consumata l'unione tra gay (ci andava Giovanardi, in persona), fino a sostenere che i transessuali avrebbero cambiato sesso tutti i week-end. No, non lo cambiano come voi cambiate le poltrone: è una roba seria quella.
La mistificata stepchild adoption, una norma tecnica, che tra l'altro ci chiedono 600 tra giudici, giuristi e avvocati, per tutelare i minori già presenti nella coppia, viene trasformata in un Armageddon della specie umana. Invece di sentire il parere di esperti, della giudice Melita Cavallo, ora in pensione, che per prima se ne è occupata, che ha difeso l'infanzia violata e abusata nei tribunali di Milano, Napoli e Roma o di altri esperti accreditati, ci siamo sorbiti ore di pollaio televisivo, affidato a ciarlatani d'ogni sorta. Sono i giudici a decidere nell'interesse del minore, che viene prima di chiunque altro. Lo dovete dire chiaramente ai cittadini: sono i giudici e i tribunali a decidere, nell'interesse supremo e unico del minore e nessun altro. Soffrite forse entrambe le parole: «giudici» e «omosessuali»? Lo sappiamo! O preferite non tutelare un bambino, prenderlo per mano, dirgli «Guarda, quelli non sono veramente il tuo papà e la tua mamma» e portarlo in un istituto o in una casa famiglia e, se gli va veramente male, finisce al Forteto. Come potete fare questo a dei bambini, che già esistono, che hanno diritto di essere tutelati oggi, adesso, ora e a cui non possiamo voltare le spalle?
Invece i cittadini hanno subito una disinformazione massiccia. A chi dovete credere, cittadini italiani? Mi rivolgo direttamente a voi. A chi ha votato la legge Fornero o il jobs act, (provate a chiedere un mutuo in banca col jobs act)? A chi congela e taglia le pensioni? A chi privatizza sanità e scuole? Oppure a chi di famiglie se ne occupa con competenza, all'appello di giuristi del calibro di Zagrebelsky o di Livio Pepino? Il senatore Sacconi, che tiene ferma la legge del reddito di cittadinanza nella Commissione che presiede, paladino della famiglia, avrà veramente a cuore la famiglia? Lo sa che 9 milioni di cittadini ne avrebbero giovato?
Come dire 3 milioni di famiglie in gravi difficoltà col reddito sarebbero risorte? Lo sapeva?
Chi qui dentro ha fatto parte di governi che hanno tagliato dal 2008 ad oggi, il 60 per cento delle risorse per il sociale avrà a cuore la famiglia? Dobbiamo credere a chi difende la famiglia ma ci ha consegnato un paese con 20 milioni di persone a rischio povertà, una disoccupazione giovanile di oltre il 40 per cento e un Sud Italia dove lavora una donna su cinque?
Dobbiamo credere a partiti indagati per lo sfruttamento dei migranti, degli ultimi, dei più poveri? Fare soldi con esseri umani, arricchendo le COOP dei cattolici di CL o di LEGACOOP e sfruttando lavoratori a 2,50 euro l'ora? Bel rispetto della famiglia!
Dobbiamo credere a chi, in NCD, ha scritto norme per diffondere le macchinette del gioco d'azzardo (e l'avete fatto anche sottosegretario)? Diaboliche distruttrici di famiglie?
Abbiamo in quest'Aula senatori con tre famiglie "naturali" -pensate: tre- che legiferano per proibire a qualcuno di averne una?
Lasciate che parli per milioni di Italiani che ora ci guardano: tutto ciò è disgustoso. Ma il peggio deve ancora arrivare. Ho detto che la questione aveva una portata più ampia ed è così. Mi sono domandato: perché tanta ostinata caparbietà a negare questi diritti a dei cittadini come gli altri? Perché tanta disumana malvagità? Non ve la siete fatta anche voi questa domanda? Per me resta la domanda!
La risposta l'hanno già data in molti: sociologi, studiosi, filosofi, storici, giuristi tutte persone che non abbiamo visto nei dibattiti nazionali e in TV, occupati 24 ore al giorno dai Gasparri e dagli Adinolfi di turno.
La risposta dicevo, è ferocemente banale: accogliere una trasformazione dei modelli di genere e famiglia o meglio riconoscere i cambiamenti già in atto nel paese, intacca i rapporti di potere tra uomini e donne.
Per dirla più semplicemente riconoscere gli omosessuali e i transessuali significa non mettere in crisi il modello di famiglia ma quello di superiorità dell'uomo sulla donna, mettere in crisi il maschilismo imperante che ancora appesta profondamente la nostra società dove «un uomo può essere tutto ciò che vuole e una donna solo ciò che gli uomini hanno deciso per lei».
Manca il Ministero delle pari opportunità, sarà un caso? Non lo so: ditemelo voi. L'UNAR non esiste più, non esiste una politica antidiscriminatoria nazionale, quelle poche iniziative che sono state attuate sono state abbandonate, insabbiate.
Tanti di quelli che qui fanno i moralisti hanno votato che una minorenne fosse la nipote di Mubarak, ricordiamocelo, per scagionare il loro Presidente, coinvolto in cene e festini con tanto di baci saffici, che non disturbavano, e questo a voi va bene perché forse a proposito di "naturalità", rispetta il modello naturale del branco: il maschio alfa si accoppia e gli altri stanno a guardare.
Come può farci la morale un "pio" Lorenzo Cesa, dell'UDC che minaccia di lasciare il Governo se passano le unioni, in strenua difesa della famiglia quando per difendere il collega di partito e deputato Cosimo Mele, beccato con cocaina e due prostitute (di cui una lasciata in overdose), lo giustificava balbettando che la vita del parlamentare è dura se fatta seriamente, ricca di impegni fuori casa, con tanti giorni da solo a Roma (due o tre), e quindi che c'è di male? Qualche vizietto, ma solo per la casta. Per i cittadini, invece, il tetro ammonimento di Gandolfini «Il sesso non è un piacere».
I governanti godono già di diritti estesi persino alla convivente more uxorio, noi godiamo già di questo diritto, gli stessi diritti che si intende negare ai governati, qui ce li abbiamo già! Persino per i partner omosessuali, potenza della casta! Ma con che faccia adesso cari colleghi, venite qua a dirci cosa è giusto e cosa no? E perché ciò che è giusto per i parlamentari, non lo sarebbe per i cittadini? Questa è una domanda basilare, non so se risponderete.
Siamo al 69° posto su 142 paesi indagati per parità di genere, siamo un paese che discrimina ancora moltissimo le donne, in famiglia, sul lavoro, nella vita di tutti i giorni e cosa fa Adinolfi, che avete eletto vostro portavoce? Va in giro in TV a dire che la moglie deve essere sottomessa al marito, ma insomma si può accettare oggi una affermazione del genere?
Come possono questi stessi politici dopo queste affermazioni sembrare credibili quando poi ci vengono a parlare di "invasioni di uteri in affitto". Non avete mai fatto nessuna protesta per il 90 per cento delle coppie eterosessuali che vanno a comprarseli in Russia, nessuno ha mai detto una parola in quest'Aula, non vi siete mai indignati.
Non vi indignate perché esistono degli schiavi ma perché gli schiavi si vendono i figli, è questo il problema e se se li compra una famiglia "naturale" va pure bene.
Le relazioni omosessuali esistono da quando esiste il mondo.
Non così le idee di pari diritti, doveri, opportunità, cittadinanza, regolamentazione sociale e giuridica.
E noi a che punto siamo? La questione della parità scuote i fondamenti di una società laica, democratica e libera. Per condurre un'esistenza degna, la condizione minima è disporre di libertà di scelta. Con questa legge noi stiamo decidendo quale Paese stiamo contribuendo a costruire, quale democrazia e quale libertà vogliamo. La legge deve riflettere i valori di alcuni, o garantire, nel rispetto reciproco, la pluralità dei valori di tutti?
Ho lottato con tutto me stesso, forte dei diritti della nostra Carta costituzionale, forte del sostegno dei cittadini e ho lottato sia per chi è discriminato sia per chi non lo è!
Perché credo ancora che l'Italia davanti a questa prova possa dimostrare di essere un Paese democratico, capace di cambiare per garantire libertà e pari dignità alle persone. Tutti gli Italiani saranno uguali e liberi oppure non lo sarà nessuno, né oggi né mai.
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