Brandi e Komov chiedono il ritiro delle sanzioni alla Russia. Era questo il fine del Family day?


"Italia-Russia: superare le sanzioni e difendere i nostri valori". È questo il titolo di un incontro che si terrà domenica a Trento presso il Palazzo della Regione. Tra gli ospiti ci sarà Alexey Komov, accompagnato dal suo fedele scudiero Toni Brandi (presidente di ProVita Onlus). Entrambi sono coinvolti, rispettivamente come presidente e come membro del comitato consultivo, del Congresso mondiale delle famiglie. Si tratta di quell'organismo internazionale vicino all'estrema destra statunitense che promosse la pena di morte per i gay ugandese che risultai finanziato anche dal magnate russo Konstantin Malofeev.
Si aggiungono poi il giornalista Fausto Biloslavo (che per Il Giornale ha firmato articoli in cui attaccava Reni per non aver impedito le sanzioni europee a Putin), il generale Attilio Piacentini, Barbara Fedrizzi (presidente di Trentino Export), Mauro Fiamozzi della Coldiretti Trentino e l'europarlamentare Carlo Fidanza (passato da Il Popolo della Libertà a Fratelli d'Italia). L’evento è organizzato da Anthropos in collaborazione con ProVita, l'associazione culturale La Torre ed il Coordinamento Famiglie Trentine.

Viene spiegato che «la conferenza sarà l’occasione per riflettere, da una molteplicità di punti di vista, sui rapporti fra l’Italia e la Russia, avvalendosi delle competenze degli ospiti che interverranno. Lo scopo che si vuole raggiungere è quello di lacerare il velo di disinformazione che i media italiani ed europei in generale stanno tessendo per screditare la Russia, uno dei pochi Stati che si sta efficacemente impegnando nella lotta al terrorismo, nonché Stato fortemente impegnato nella tutela dei valori tradizionali, a cominciare dalla tutela della famiglia naturale».
Insomma, l'omofobia e la persecuzione di gay e lesbiche sarà uno dei motivi per cui si sosterrà la necessità di rimuovere le sanzioni alla Russia, patria sempre più apprezzata da omofobi e neonazisti.

A darne l'annuncio sul sito di Christus Rex (ossia il circolo che organizza rosari contro i gay e che scrive mozioni omofobe insieme a Brandi) è Andrea Giovanazzi, presidente dell'associazione La Torre, figura storica dell'omofobia italiana e già parte dell'associazione ProVita Onlus. Insomma, l'intera armata anti-gay appare schierata al gran completo, in quel gioco di specchi tipico dell'integralismo cattolico in cui poche persone tentano di moltiplicare la loro influenza attraverso il ricorso ad un numero quasi illimitato di sigle (in cui però militano sempre gli stessi soggetti).
Anche Giovanazzi, così come Brandi, vanta molti collegamenti con l'estrema destra. Basta navigare sulla sua pagina Facebook imberrettarsi in frasi razziste, saluti ai camerati o lodi alle leggi anti-gay di Putin. Nel giorno della morte di Raimondo Vianello, lo lodò perché «non rinunciò mai alle sue idee e mai rinnegò il proprio passato nelle fila della Repubblica Sociale Italiana, conosciuta con il nome di RSI». Lo paragonò anche a Mike Buongiorno, precisando che quest'ultimo sarebbe stato un «pluridivorziato, spia e collaborazionista con gli stessi angloamericani che imprigionarono Vianello».

Pare dunque che la crociata omofoba e la legittimazione dell'odio abbiano ora trovato uno sbocco politico che possa portare benefici immediati alla Russia. E questo senza neppure che si compia il progetto di Komov per dar vita all'Eurasia immaginata da Dugin e basata su quello che viene definito il «fascismo perfetto» che dovrà ruotare attorno alla città di Mosca che indicata come «la terza Roma».
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