I genitori contestano la catechista che ha mandato messaggi ai bambini: «Non guardate Elton John, affitta gli uteri e sostiene le unioni civili»


Oggi quasi tutti i ragazzi hanno un telefonino e può accadere che le catechiste abbiano i contatti dei minori. A Ripi, in provincia di Frosinone, molti genitori sono rimasti scioccati dinnanzi ad un messaggio che una catechista ha mandato via WhatsApp ai loro figli:

Abbiamo saputo che durante il prossimo Festival di Sanremo si esibirà anche Elton John, famoso non solo per le sue canzoni, ma anche per il suo matrimonio gay e per avere acquistato due figli attraverso l’affitto dell’utero di due donne. È molto probabile che tale artista, prima o dopo l’esibizione canora, esterni la propria opinione a favore delle unioni civili, proprio nelle ore in cui il Senato starà votando sul Ddl Cirinnà. Per manifestare il nostro totale dissenso verso questi spot gratuiti e unilaterali a favore di una legge che consideriamo dannosa per il nostro Paese, invitiamo tutti a spegnere la tv durante l’esibizione del cantante inglese. È uno dei tanti modi con cui il popolo vero può manifestare la propria opposizione nei confronti dell'attuale “pensiero unico” che ci vogliono imporre. In tal senso abbiamo inviato una lettera al Direttore Rai, al Presidente Rai e a Carlo Conti. Comitato Famiglia Educazione Libertà. Fatelo girare quanto più possibile. Grazie»

Insomma, si tratta dell'esatto messaggio che già abbiamo visto circolare su alcuni gruppi di preghiera, con l'aggravante che si tratta di un messaggio recapitato a dei minorenni da parte di una persona che ricopre un ruolo di autorità nei suoi confronti.
Molti genitori reputano che dei bambini non abbiano degli strumenti intellettuali idonei per valutare un tale messaggio, così come pare grave una simile censura verso un argomento dove le famiglie possono anche avere opinioni meno integraliste e discriminatorie.

Una volta scoperchiato il vaso di Pandora, molti parrocchiani hanno anche iniziato a lamentarsi dei metodi autoritari con cui quella medesima parrocchia usa il ricatto: i bambini potranno celebrare la loro prima comunione solo a patto che almeno uno dei loro genitori rispettino l'obbligo di presenza a messa e che i bambini registrino in sagrestia le presenze alle funzioni religiose.
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