I neofascisti stanno con Formigoni: «Le checche e i piglialainculo sono malati demoniaci»


I neofascisti dell'MSI Destra Nazionale paiono aver apprezzato molto gli insulti che il senatore Roberto Formigoni ha riservato ai gay attraverso il suo account Twitter. In quel clima in cui ogni violenza della politica legittima una violenza ancor maggiore da parte degli estremisti, ecco che il partito politico ha deciso di prendersi una pausa dal suo sostenere che l'Islam sia una «razza inferiore» per divertirsi ad insultare deliberatamente gay e lesbiche.

In risposta a chi ha osato criticare il senatore del Ncd, i neofasciti riprendono l'hastag per ribattere con un ribattono con un «#megliochecchecherepresse schifosi piglialainculo, checche, ricchioni, bucaioli, culattoni, froci, arrusi, puppi. Per tutto il resto Mastercard».
Passano poi a scrivere: «Ma una domanda? Quando vi guardate allo specchio non vi fate schifo per le nefandezze della vostra malata sessualità». Ed ancora: «L'abominio: due uomini che fanno sesso, malattia demoniaca».
A chi osa ribattere, replicano con un «Zitto checca malato». E se gli si fa notare che «da un ultimo controllo pare io sia ancora una donna», ecco che non trovano di meglio da fare che rispondere con un «Allora sei una lesbica, quindi sei malata, perché siamo nella patologia».
L'elenco degli insulti continua con un «Brutta cosa la convinzione. Ma secondo gli omosessuali prenderla in culo sarebbe normale?». «Sconvolgi l'ordine naturale delle cose, un bambino che ti vede, si chiede che ci fanno due uomini abbracciati?». «Non è normale che un uomo si accoppi sessualmente con un altro uomo».
E a chi prova a far notare che certi messaggi andrebbero segnalati, il partito politico replica con un: «Segnala la minchia che ti piace brutto finocchio checca pervertito, perché segnali se pensi di essere nel giusto».

Tra i loro retweet non manca un messaggio di Formigoni che, ricorrendo alla solita bugia riguardante la maternità surrogata, chiede a Renzi il ritiro della legge sulle unioni civili. Peccato che tutti quei messaggi indichino chiaramente come il ritiro della legge significherebbe darla vinta ai neofascisti, anche loro interessati a mentire sulla maternità surrogata pur di legittimare quei distinguo di stampo fascista che caratterizzarono l'epoca di Mussolini.
Ma davvero c'è chi vuole lasciare il Paese nelle mani di questa gente ed è pronto a legittimare il loro rigurgito fascista solo perché sono i vescovi a volerlo?

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