Il Senato inizia a discutere di unioni civili, ma i senatori non ne sanno nulla


Si è aperta la discussione in senato della legge sulle unioni civili, ma difficile è non constare la più chiara delle realtà: la maggior parte dei nostri sentori non conosce gli argomenti di cui si sta dibattendo. È stato un tripudio di loghi comuni e di slogan, spesso ripresi da un qualche giornale.
C'è chi sosteneva i gay vadano in India a fare figli, evidentemente ignorando come la legge indiana ora vieti qualunque forma di maternità surrogata agli stranieri e che, in precedenza, la riservava esclusivamente alle coppie eterosessuali (così come ancor oggi fanno Ucraina e Russia). Abbiamo dovuto assistere a senatori che spergiuravano che nella nostra Costituzione l'articolo 29 parli di «matrimonio fra un uomo e una donna», nonostante basti leggere quel testo o consultare i pronunciamenti della Corte Costituzionale per comprendere che non è così. Persino alcune sentenze sono state citate per sostenere tesi contraria al loro contenuto, indicando come qualcuno si sia accontentato di leggere alcune fantasiose interpretazioni pubblicate da giornali integralisti fin troppo noti. Dato che in ballo c'è la vita e la dignità di migliaia di persone, non sarebbe forse il caso di prendersi quantomeno la briga di leggere i documenti integrali e non un qualche riassuntino di parte?

Il senatore Dalla Zuanna (Pd) ha persino citato un un articolo di Tempi nel suo sostenere che la sua contrarietà alla norma sia a beneficio dei gay dato che è l'Associazione di Genitori e Amici di Persone Omosessuali a chiederglielo. Peccato che paia ignorare che dietro a quel nome ci sia un gruppo che si prefigge di "curare" l'orientamento sessuale attraverso pratiche screditate (peraltro vietate dall'Ordine degli Psicologi Italiani e ritenute una vera e propria tortura da altri Paesi).
E che dire di un Paolo Arrigoni (Lega Nord) pronto a sostenere che le unioni civili tra persone dello stesso sesso condurranno «all'indottrinamento dei ragazzi attraverso l'introduzione della teoria gender nella scuole»? Anche perché simili frasi appaiono mera propaganda elettorale, ancor più se gran parte del suo intervento è stato dedicato ad una campagna acquisti in cui invitava i partecipanti del Family day a votare Lega Nord al posto di Alfano.

A coronare il tutto un'aula semivuota/a> in cui i pochi presenti erano indecisi se telefonare, leggere il giornale o guardarsi in giro con aria smarrita. Peccato che l'unico vero smarrimento è di chi si rende conto che a decidere della propria vita e dei propri diritti saranno questi personaggi...
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