Le unioni incivili di Renzi ed Alfano


Ma chi la vuole una legge in cui si sancisce che le due famiglie di Adinolfi debbano valere più di una famiglia formata da due gay? Chi è pronto ad accettare che le proprie tasse siano destinare a finanziare i privilegi riservati a chi ha diffuso menzogna ed odio pur di discriminare?
Alfano è sempre stato uno dei massimi oppositori alla legge sulle unioni civili, quale accordo può esserci con chi parte dal presupposto che la legge debba sancire che alcuni cittadini valgono meno di altri? Perché l'integralismo potrà pure mentire e raccontare la favoletta del matrimonio aperto alla vita, ma sappiamo tutti benissimo che una coppia eterosessuale senza figli che utilizza un doppio preservativo durante ogni rapporto sessuale ha gli stessi diritti di chi ha trenta figli. Sappiamo anche che due novantenni non procreeranno mai, ma lo stato gli garantisce gli stessi diritti che prevede per due ventenni. Insomma, sappiamo che lo scopo è solo quello di discriminare nel nome di una società maschilista che ha paura di coppie in cui i ruoli possano essere messi in discussione e non siano dettati dal sesso biologico. Sia mai che qualcuno possa dar vita a famiglie in cui a guidare le scelte sono le inclinazioni e le attitudini personali e non un diritto di nascita!

No. Una legge che istituzionalizza la discriminazione è una legge che non deve essere approvata. Una legge che sancisce che alcuni cittadini debbano avere uguali doveri ma minori diritti è una violazione della Costituzione e di tutto ciò che la cultura occidentale ha costruito in secoli di storia. Volete approvare quella schifezza che chiamate legge? E allora dimezzate le tasse a chi non godrà di uguali diritti!

La Miriano se ne va in giro a sostenere che la reversibilità serva alle donne che sono state a casa a curare i figli. Ebbene, durante la loro vecchiaia quelle donne potranno probabilmente contare sull'aiuto materiale ed economico dei loro figli (sempre ammesso che non gli abbiano insegnato un tale disprezzo verso il prossimo da essere ripagate con la stessa moneta). Ai gay, però, vogliono negare sia la prole sia l'aiuto economico, sostenendo che dovranno morire di fame senza che possano sperare sul supporto di chiunque altro. Una volta morto il partner, saranno soli ma con meno diritti. È forse questa giustizia sociale o siamo dinnanzi ad un rigurgito fascista?

Oggi, dalle 16 alle 19, proseguirà il presidio al Senato presso Piazza delle Cinque Lune a Roma. sarà l'occasione di ricordare ai politici che le famiglie gay esistono e chiedono pari dignità. Non un solo diritto in più, ma semplice eguaglianza. Perché il momento è ora ed è quantomai necessario far sentire la nostra voce dinnanzi a chi ha portato avanti un progetto di legge già deficitario e discriminatorio, salvo poi svuotalo del tutto per mettere la fiducia su un provvedimento che alimenta la discriminazione al posto di combatterla.
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