Massimo Gandolfini minaccia i senatori: niente più voti se non eseguiranno i suoi ordini


Sappiamo bene che la maggior parte dei nostri senatori è più interessato alla sia poltrona che bene del Paese, motivo per cui il movimento omofobo ha deciso di far leva su quell'evidenza per tentare di ricattare il Governo. L'affondo è stato lanciato dal solito Massimo Gandolfini, portavoce dei comitato "Difendiamo i nostri figli", autore di palesi minacce verso quai senatori che non dovessero compiacere la sua ideologia o i valori della Russia di Vladimir Putin (tra le maggiori finanziatrici di gran parte della propaganda omofoba italiana... e non certo senza volerne trarre benefici politici).

Nel suo comunicato, rilanciato da tutto l'integralismo cattolico, scrive:

Riteniamo che sia giunta l’ora, ormai, di discriminare i nostri rappresentanti non in base alle promesse elettorali, né in base alla loro convinzioni in ambito economico, né in base alle loro alleanze politiche, né -men che meno- in base alle ideologie di cui si dichiarano portatori, ma in base al loro impegno concreto in difesa dei valori non negoziabili: vita, famiglia, libertà educativa.
Il ddl Cirinnà coinvolge la struttura stessa della società italiana, puntando a modificarne radicalmente il tessuto civile consolidato dalla cultura e dalla storia di ogni tempo. Per questa ragione è indispensabile un dibattito rigoroso, articolo per articolo: se l’articolo 5 è infatti assolutamente inaccettabile, non lo sono di meno gli articoli 2 e 3, che costruiscono di fatto un simil-matrimonio in contrasto con l’articolo 29 della nostra Costituzione.
Ogni tentativo di contingentare i tempi, utilizzando strumenti quali il “canguro” o il “superemendamento”, significa mettere un bavaglio al confronto democratico. Dopo lo scippo dalla Commissione Giustizia, questa seconda strategia rappresenta una vera offesa alla volontà che il popolo della famiglia ha espresso il 30 gennaio scorso al Circo Massimo.
Teniamo sotto osservazione la condotta dei partiti e dei singoli parlamentari, che il voto palese renderà manifesta. Solo chi avrà lottato per affermare la famiglia e per difendere i bambini potrà contare sul voto del nostro popolo.
Già negli appuntamenti elettorali più prossimi sosterremo candidati sindaci rappresentanti di forze che in Parlamento stanno contrastando con tenacia il ddl Cirinnà. In modo particolare, poi, il referendum sulla riforma costituzionale del prossimo ottobre sarà l’occasione per esprimere il nostro disappunto verso il Premier, che non si è fatto in alcun modo interprete del popolo del Circo Massimo, né ha dato segno di averne considerate in alcun modo le istanze.

Naturalmente vien da sé che anche la gente per bene che non si riconosce in quell'integralismo medioevale (ossia la stragrande maggioranza del Paese) probabilmente valuterà i suoi voti futuri sulla base del voto espresso, ma qui l'impressione è che si sia dinnanzi ad una minaccia ricolta principalmente a quei partiti di destra che dovranno poi vedersela con una Lega Nord che appoggia in tutti e per tutto la Russia di Putin, chiedendo la sospensione di qualunque sanzione e l'esaltazione di qualunque norma possa colpire gay, immigrati e minoranze religiose.
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