ProVita e il falso ideologico del matrimonio come atto finalizzato alla procreazione


È Fabrizio Sanna ad aver firmato l'ennesimo articolo di istigazione all'odio pubblicato dallassociazione integralista ProVita Onlus. forte degli gravi fiscali che lo stato le garantisce, quella realtà pare ininterrottamente concentrata nel tentativo di disinformare gli italiani per imporre distinguo di stampo fascista basati su mere falsità. E il fatto che non paghino le stesse tasse di tutti gli altri, lasciando il conto alle loro vittime, ricorda fin troppo i nazisti che esigevano dagli ebrei il pagamento del biglietto che li avrebbe condotti nei campi di sterminio.

Sappiamo tutti che la capacità procreatavi non è contemplata nel matrimonio, altrimenti gli anziani o le persone sterili non potrebbero sposarsi (e non è cosi). Lo stato non impone alcun obbligo alla filiazione e migliaia di famiglie non hanno figli senza che ciò abbia ripercussioni sui loro diritti, sulla pensione di reversibilità o sulle tutele costituzionali.
Intenzionati a legittimare una discriminazione incostituzionale verso precisi gruppi di persone (peraltro ampiamente perseguitate dalla loro campagna diffamatrice), ecco che l'associazione di Toni Brandi non si fa problemi ad inventarsi una nuova realtà e ad imporla quasi fosse un dogma. Chi non fa figli non è famiglia e non merita nessun diritto, ma solo se non è eterosessuale.

L'articolo precisa che non ci sia discriminazione a discriminare i gay, dato che:

Io starei discriminando se togliessi, non riconoscessi, a una coppia omo una caratteristica che essa ha. Ma data la realtà delle cose, no: non si può “togliere” la capacità di procreare a chi questa capacità non l’ha da sé, per natura. Lo stesso orientamento omosessuale unisce individui dello stesso sesso e comporta quindi la costituzione di legami dove è impossibile la procreazione. Perciò, a limitare la capacità procreativa non è tanto il legislatore, ma la stessa omosessualità. L’omosessuale dunque che dovrebbe riconoscere quei limiti che la sua stessa condizione gli pone.

Peccato che i gay abbiano la stessa capacità procreatava degli eterosessuali, così come dimostrano i numerosi casi di coppie gay che hanno avuto figli da precedenti relazioni. Il sostenete che un gay non possa mettere incinta una donna è un falso ideologico. E se si parla di impossibilità di averlo all'interno di una coppia al momento del riconoscimento della loro unione, allora dovremmo chiedersi perché la primogenita di Adinolfi sia riconosciuta come sua figlia nonostante sia stata concepita all'esterno di quella coppia. Se il matrimonio è procreazione e non importa ciò che avviene prima, allora non dovrebbe valere neppure per chi aderisce alla loro propaganda.
A questo punto la domanda viene spontanea: perché quelli di ProVita non ci danno le loro mogli? Così potremmo interparlamentare ingravidarle e mettergli dinnanzi la realtà: ossia che quando sostengono che i gay non possano procreare, mentono.

Forse consapevoli di come le motivazioni addotte siano sterili e vuote, non mancano le solite denigrazioni gratuite. Si sostiene che gli eterosessuali si amino mentre sostengono non ci siano dubbi sul fatto che «gli omosessuali (come tanti etero) siano persone prevalentemente e particolarmente fissate col sesso, che mettono al centro della loro vita la necessità di soddisfare gli istinti». Tanto pure di sostenere che «non lo diciamo noi, lo dicono essi stessi» e si passa c citare articoli a casaccio, come se bastasse una qualche intervista ad un etero che non si vuole sposare per poter dire che quello è il pensiero di chiunque condivida il medesimo orientamento sessuale. Il tutto in quel clima insopportabile e violento in cui la banda di brandi pretende di mettere le sue parole nella bocca di chi non ha mai detto quelle frasi, ancora una volta ricorrendo all'ingiuria e alla menzogna.

Ed ancora:

Riconoscere gli stessi diritti a tutti, vuol dire riconoscere ai ciechi il diritto di guidare la macchina? Riconoscere agli stonati il diritto di esibirsi in un’opera lirica? Riconoscere ai ricchi il diritto alla pensione sociale? I lavoratori non hanno diritti diversi rispetto ai pensionati, ai disoccupati… e così via? I militari non hanno diritti diversi rispetto ai commercianti, ai notai, agli informatici?… Un intellettuale di grido dovrebbe sapere che gli stessi diritti vanno riconosciuti a persone nelle stesse condizioni. In condizioni diverse, diritti diversi.

Se le caratteristiche naturali sono «condizioni» di diversità, perché non si vieta a due persone con la pelle di colore diversa di sposarsi? perché i biondi non devono aver diritti diversi dai bruni?
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