Sanremo, i colori dell'arcobaleno trionfano sul palco dell'Ariston durante la terza serata


Praticamente quasi tutti gli artisti che si sono esibiti nella terza serata del Festival di sanremo hanno aderito all'appello a sostegno delle unioni civili. Tra le nuove proposte, Francesco Gabbani, Mahmood e Michael Leonardi hanno deciso di esibirsi indossando i nastri ranbow. A loro si sono poi aggiunti i big: Dolcenera, Arisa, Rocco Hunt, Francesca Michielin, Clementino, Valerio Scanu, Irene Fornaciari, Alessio Bernabei, Giovanni Caccamo, Deborah Iurato, Annalisa.
E se ciò non bastasse, Gabriel Garko ha esibito occhiali arcobaleno mentre Hozier ha suonato con un grosso cuore rainbow incollato sulla chitarra. Inoltre l'ospite irlandese si è esibito nella sua "Take Me To Church", ossia un brano accompagnata da un video che racconta la storia di due ragazzi innamorati che vengono ostacolati dall'omofobia religiosa.
Impagabile è stato anche il contributo fornito dai Pooh, esibitesi sul palco per festeggiare il loro cinquantesimo anno di carriera nella formazione originale. Tutti hanno esibito nastrini arcobaleno durante l'esecuzione di "Dio delle città", brano poi conclusosi da un abbraccio e da un bacio fra un commosso Riccardo Fogli e Roby Facchinetti con tanto di primo piano dei loro braccialetti ranbow.

Come al solito, l'integralismo non l'ha presa bene. Daniela Santanché ha pubblicato un messaggio a dir poco vergognoso, nel quale ha affermato: «il nastro arcobaleno pro Cirinna è in netta minoranza. Renzi fattene una ragione». Se è ammissibile che possa pensarla diversamente, meno è che menta platealmente e neghi di aver visto ciò a tutti gli italiani hanno assistito, ossia un Sanremo in cui l'appoggio alla piena eguaglianza snmonta tutti i loro deliri sull'auto-proclamata maggioranza di omofobi.
Pare che questa sera Adinolfi abbia preferito non commentare, mentre Gasparri è caduto in vili offese ed insulti riservati a metà degli artisti. Tra questi anche un: «Pure i Pooh scappati dall'ospizio diventano conformisti, ora a nanna con la badante».
Il capogruppo di Fretelli d'Italia ha optato per le minacce, sostenendo fosse in atto «una propaganda politica da parte della Rai a sostegno del matrimonio gay e dell'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali». Ossia, due argomenti non inclusi nel ddl Cirinnà che (purtroppo) non prevede né matrimoni né adozioni. Preannunciano anche un'interrogazione in Vigilanza Rai. Peccatoc he dinnanzi all'ingerenza di Bagnasco che ha dettato legge sulle regole del nostro governo, non abbiano avuto nulla da ridire con quel classico atteggiamento di chi ritiene che la violenza sia tollerabile se utile alla loro propaganda e l'amore debba essere vietato se non porta voti.

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