Trieste: Un manipolo di genitori in rivolta contro la scuola che vuole fermare il bullismo omofobico


Paiono incalcolabili i danni sociali causati da Adinolfi, Amato e combriccola varia. La loro legittimazione dell'odio e della violenza omofobica ha armato un piccolo gruppi di integralisti chiassosi che rivendicano un presunto diritti di poter indottrinare a proprio piacimento i loro figli. Se loro vogliono che crescano omofobi e traboccanti d'odio, nessuno deve poter raccontare la verità e permettere che i minori possano crearsi un'opinione personale
Ed è così che 17 attivisti anti-eguaglianza hanno sollevato un vero e proprio polverone al liceo Petrarca di Trieste. Il loro problema è un progetto di contrasto al bullismo omofobico: due incontri di due ore ciascuno che hanno lo scopo di prevenire e contrastare il pregiudizio sociale verso le persone omosessuali; la promozione di azioni di contrasto ad atteggiamenti di bullismo omofobico; l'approfondimento della relazione tra linguaggio e pregiudizio verso i gruppi svantaggiati; lo stimolo a utilizzare un linguaggio inclusivo e rispettoso.
Rispolverato gli slogan dell'integralismo cattolico, i genitori sostengono che per questo tipo di attività dovrebbe essere richiesto il consenso informato delle famiglie per gli studenti minorenni. Sostengono pure a priori che quegli incontri rischierebbero di venire spiegati «con una visione frammentata che richiama un'accezione particolare se non ideologica della naturale identità sessuale e relazionale».
Non la pensa così la preside, la quale ricorda che il progetto ha seguito l'intero iter necessario per l’approvazione: è stato analizzato da una commissione che comprendeva anche un rappresentante degli studenti e uno dei genitori, così come è stato inserito nel Piano dell'offerta formativa dopo l'approvazione del Collegio dei docenti e quella, all'unanimità, del Consiglio d’istituto. Inoltre consenso informato per un’attività che si svolge in orario curricolare non è previsto se non per attività in cui sia necessaria l'uscita dall'istituto. Ma non solo, il progetto per la prevenzione del bullismo è già proposto in altre scuole. È stato elaborato sulla base di una ricerca svolta dall’Università di Trieste ed è stato promosso e finanziato a livello regionale.
Eppure, per sottolineare l'ovvio, si è dovuto sprecare un mucchio di tempo solo perché qualche genitore è terrorizzato all'idea che suo figlio possa crescere sano e senza pregiudizi.
Pare che tutto ciò non sia bastato e quattro genitori hanno già chiesto l'esonero dei loro figli dalla partecipazione al corso dato che non tollerano che qualcuno possa dire loro che i gay non sono malati e non devono essere massacratati di botte per il solo fatto di esiste.
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