Una delibera dell'Agenzia italiana del farmaco mette a rischio le terapie ormonali delle persone trans


È il Circolo Pink Verona a denunciare le gravi ricadute sulle persone transessuali di una modifica del regime di fornitura di medicinali per uso umano a base di testosterone decisa dal parlamento italiano. Attraverso una nota, denunciano:

In data 6 Novembre 2015, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la decisione dell'Agenzia del Farmaco di cambiare il regime di fornitura di tutti i farmaci contenenti testosterone, rendendo necessaria una prescrizione specialistica non ripetibile. Tale decisione ha messo in seria difficoltà molte persone trans* FtM e noi, come SAT Pink Padova e Verona, abbiamo ritenuto opportuno e doveroso muoverci per ottenere chiarificazioni in merito e per chiedere che fossero adottate misure urgenti per modificare la delibera e garantire il rispetto del diritto delle persone Trans* di accedere alla Terapia Ormnale.
Ci siamo pertanto rivolti all'ufficio dell'On. Alessandro Zan, il quale si è fatto portavoce delle nostre richieste, presentando, il 29 dicembre 2015, una Interrogazione Parlamentare, sottoscritta da Zan stesso e da Ileana Piazzoni (commissione Affari Sociali).

La delibera riguarda tutti i farmaci attualmente somministrati a persone in transizione FtM in terapia ormonale sostitutiva e stabilisce che il regime di fornitura passi da un «medicinale soggetto a prescrizione medica» ad un «medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa». In altre parole, la prescrizione deve essere rinnovata volta per volta.

Nella loro interrogazione sottolineano Zan e Piazzoni sottolineano come «la quasi totalità dei farmaci a base di testosterone vanno assunti dalle persone trans ogni 15-20 giorni circa. Gli endocrinologi che si occupano di terapia ormonale sostitutiva non sono molti e i pazienti spesso si vedono costretti a spostarsi per centinaia di chilometri una o due volte l'anno per poter eseguire una visita dal proprio specialista. Inoltre, le tempistiche dei centri ospedalieri sono molto lunghe e limitanti: ottenere una visita attraverso il Servizio sanitario nazionale ogni due settimane appare, infatti, altamente improbabile, se non addirittura impossibile; per la comunità trans FtM la delibera dell'Agenzia italiana del farmaco rappresenta un problema oggettivo: sia in quanto rende quasi impossibile ottenere le impegnative mediche necessarie da parte dello specialista entro le scadenze imposte dalla frequenza di somministrazione dei farmaci, sia in quanto obbliga - seppur indirettamente - ad abbandonare il Servizio sanitario nazionale e a rivolgersi a medici specialisti in regime privato, con conseguenti aggravi economici che per l'utente medio sono certamente insostenibili nella lunga durata».
Per questo motivo Zan e Piazzoni affermano che «appare lesivo dei diritti fondamentali della persona, e in particolare dell'articolo 32 della Costituzione, che una delibera dell'Agenzia italiana del farmaco renda la terapia ormonale nuovamente inaccessibile alle persone trans, in questo caso FtM, spingendo nuovamente una comunità minoritaria verso l'invisibilità e l'illegalità».
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