Ancora sciacallaggio: «È stata eterofobia commessa da due malati mentali con gravi turbe sessuali»


Poche cose sono più tristi di un mondo cattolico che sembra brindare alla tragica morte di un 23enne, estasiati all'idea di poter strumentalizzare il fatto che uno di due assassini organizzasse serate gay nella capitale. A loro non importa se Prato fosse stato fotografato mentre baciava Flavia Vento, così come pare non interessargli come il ragazzo abbia raccontato ai magistrati di non essere gay: quando l'interesse è la propaganda dell'odio, i fatti si possono anche inventare.
Se ci siamo già occupati dell'infame sciacallaggio ad opera di Mario Adinolfi, a lui va aggiunta una simile operazione condotta da Il Primato Nazionale. Si tratta di un giornale che sin dal primo sguardo tende ad autoqualificarsi: c'è uno "speciale gender" in home page, così come anche articoli in cui si promuove il razzismo o si esalta il fascismo. A dirigerlo è Adriano Scianca, un uomo che si descrive come un giornalista professionista che «collabora con i quotidiani Libero e Il Foglio, con il giornale on line Intelligonews». Insomma, anche qui si capisce di quale matrice ideologica si stia parlando.

Ed è su quelle pagine che un tale Giorgio Nigra firma un articolo dal titolo "Se l'assassino è gay, meglio non scriverlo nei titoli". Se l'adesione alle tesi omofobe di Adinolfi appare immediatamente chiaro, difficile è non notare come su quelle pagine nessuno dei loro articoli precisi che gli altri assassini erano eterosessuali. Come ogni giornali razzista mettono in ampio risalto eventuali nazionalità, ma in nessun caso l'orientamento sessuale. Ovvio, però, che se loro suppongono che l'assassino sia gay allora è necessario scriverlo così come fanno anche per immigrati e rom (sia mai che non si promuova l'intolleranza!).

Nel suo articolo Nigra scrive:

Chissà perché nessuno considera un buon testimonial per il mondo lgbt quel Marc Prato, descritto dai giornali come “organizzatore di eventi gay”, che insieme al degno compare di festini Manuel Foffo ha torturato e ammazzato Luca Varani, a Roma, “per vedere l’effetto che fa”. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti, ma sappiamo che Varani –conoscente di uno dei suoi assassini e incrociato per caso nella scorribanda notturna dei due– è stato invitato nell'appartamento di Foffo e qui torturato a morte. Di sicuro la vittima non era gay, aveva una ragazza fissa da anni e aveva anche messo un post su facebook in cui criticava le unioni civili. E ora avanza l’atroce ipotesi che, nel delirio causato dalle droghe, il ragazzo sia stato ucciso per aver rifiutato un’orgia gay (insomma, una sorta di omicidio a sfondo eterofobico).

La premessa è che non vi sia alcun dubbio sul fatto che un ragazzo che ha una fidanzata e che rilancia il post contro i matrimoni gay scritto da un'altra donna sia sicuramente etero, mentre gli assassini (uno si dichiara etero, l'altro ha una ragazza) sono sicuramente gay.
Una circostanza smentita dal verbale in cui Foffo dichiara: «Marco è gay. Io sono eterosessuale. Questa è la seconda volta che incontravo Marco. Quest'ultimo ha interesse per me, cosa che mi ha manifestato. L'ho conosciuto a capodanno e in quella circostanza ci siamo drogati e c'è stato del sesso orale tra noi. La cosa mi ha dato fastidio ed avevo deciso di non sentirlo più». Riguardo alla vittima, aggiunge: «Preciso che Luca, anche se si poco di lui, era un ragazzo che si prostituiva. Nego che tra noi ci siano stati rapporti sessuali».
Sarebbe inutile rimestare nel torbido per trovare giustificazioni su orientamenti sessuali presunti o confermati, se non per sottolineare che l'orientamento sessuale era ininfluente: un ragazzo che si prostituisce non viene ucciso perché si rifiuta di far sesso dopo aver persino concordato il pagamento, così come questo non spiega la furia omicida di due ragazzi che avevano cercato qualcun altro da uccidere prima di optare per il 23enne.

A confermarci come la matrice di questa follia propagandistica paia sempre il solito Adinolfi è come anche loro riprendano il suo collegamento con un altro omicidio. Dicono:

Curiosamente, anche in un altro delitto dei giorni scorsi di cui si è molto parlato si è disinvoltamente evitato di dare grande pubblicità all’aspetto gay della vicenda: parliamo dell’omicidio di Gloria Rosboch, strangolata dal suo ex studente Gabriele Defilippi e dal suo amante Roberto Obert. Personalità diabolica, dedita al travestitismo, Defilippi ha fatto invaghire di lui la timida prof, si è fatto dare i risparmi di una vita, e poi è scomparso. Alla richiesta di avere indietro i soldi, il ragazzo l’ha uccisa. Nelle sue mille identità –Defilippi aveva tanti profili sui social, tutti con nomi diversi– amava anche passare per una ragazza.

Ovviamente anche in questo caso non è chiaro perché mai dovrebbe risultare importante sottolineare che l'assassino si travestiva, quasi fosse un motivo di condanna che dovrebbe sommarsi a quanto avvenuto. La gravità sarebbe stata diversa se a compiere quel crimine fosse stato un eterosessuale che ostentava la sua virilità? E allora perché riamare su dettagli inutili che l'integralismo vorrebbe utilizzare per applicare un distinguo volto a dividere le persone tra gay ed etero quasi come fossero due etnie diverse?
Almeno si abbia un minimo di rispetto per le vittime. Perché già è fastidioso vedere dei giornali riempiono la loro pagina Facebook con battute omofobe di pessimo gusto, ma qui è su da un efferato delitto che si sta cercando di ottenere un profitto.

A mostrarci gli effetti di una simile strumentalizzazione sono i commenti che i loro lettori hanno pubblicato sui social. Si parte da chi inneggia a Mussolini e dice: «Quando c'era un certo signore pelato i pederasti, perché così occorre chiamarli, venivano mandati al confino, onde non potessero nuocere. Più tempo passa più quel signore pelato aveva ed ha tremendamente ragione». Qualcun altro tita in ballo la Cirinnà: «In questi giorni di battaglie sulle unioni (In)Civili e manifestazioni in piazza di certa gente, queste cose, tramite la stampa o tv di parte, non si devono dire, altrimenti il popolo s'incazza ancora di più».
Un tizio dice di sapere con esattezza come si siano svolti i fatto: «Non facciamoci infinocchiare con la frase "volevamo scoprire che effetto fa uccidere una persona" perché è una frase studiata a tavolino dall'avvocato per chiedere l'infermità mentale e scapolarla. In realtà trattasi di omicidio con matrice eterofobica: due gay ammazzano un bravo ragazzo etero che su fb postava post conto l'utero in affitto e pro famiglia naturale, da qui è scattata la violenza, la vendetta, la tortura e l'uccisione condita con una buona dose di droghe».
Ed ancora, c'è chi sostiene che i gay siano «malati mentale con gravi turbe sessuali» o chi vuole andare a scrivere «gay» sulla tomba segli assassini. Quest'ultimo viene però ripreso da chi dice: «Frocio! Si dice frocio e lo era».
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