Il registro sbugiarda Adinolfi: il suo partito era già pronto ben prima del voto in Senato


«Se l'Italia non avesse assistito all'infame tradimento del 25 febbraio, ovvero se Alfano & Co. avessero bloccato il maxiemendamento sulle unioni civili e avessero mandato a casa Renzi, il Comitato avrebbe vinto, dimostrando l’importanza della sua funzione, noi saremmo stati gli uomini più felici di questo mondo e il Popolo della Famiglia non sarebbe mai nato». È quanto sostenuto nei giorni scorsi da Gianfranco Amato sulle pagine di La Nuova Bussola Quotidiana.
Peccato che a smentirlo ci abbia provveduto il registro dei domini internet. I dati mostrano chiaramente come la registrazione di popolodellafamiglia.it sia avvenuta il 16 febbraio scorso, ossia prima di quel 25 febbraio in cui la legge sulle unioni civili non è stata fermata dal Ncd. E sempre il 16 febbraio è Mario Adinolfi ad aver acquistato anche tutto un pacchetto di domini dedicati al marchio che si stava apprestando a lanciare sul mercato.
Quindi perché mai Adinolfi ed Amato sostengono di essere stati costretti a scendere in politica se la loro creatura politica era stata registrata giorni prima di quella che loro sostengono sia stata la causa scatenante? Perché mentono ai loro elettori nel romanzare quello che appare sempre più come l'obiettivo a cui probabilmente si ambiva già dagli albori di quel movimento d'odio che ha organizzato centinaia di convegni di disinformazione tenutosi in tutta Italia? Hanno sostenuto di aver fatto tutto di corsa, eppure da quel 16 febbraio hanno atteso il 3 marzo per annunciare la nascita del loro patito, così come la loro candidatura alle elezioni amministrative.
Persino La Nuova Bussola Bussola ha notato la data di registrazione del dominio e ne ha chiesto conto ad Adinolfi. Ed è così che il leader del movimento omofobo se n'è uscito dicendo che il16 febbraio «era il giorno previsto dell’approvazione, ma poi saltò tutto perché venne bocciato il super canguro e si è dovuto così aspettare fino al 25 febbraio». Ha anche ammesso di aver pensato al partito da tempo: «Sì, ci pensavo, anzi sono convinto che il mio grande errore sia stato quello di non aver annunciato la nascita di un partito davanti ai 2 milioni del Circo Massimo. Se avessi srotolato il logo del Pdf quel giorno sono convinto che avremmo addirittura fermato il disegno di legge».
Peccato che al Circo Massimo non ci fossero due milioni di persone, ennesima presa in giro agli elettori da parte di un partito che pare continuare a voler vivere sulla millantazione e sulla promozione di isterie verso fantomatiche ideologie che esistono solo nelle menti di chi le attacca.
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