La Manif Pour Tous al vescovo: «Ci aiuti, i nostri figli non devono essere educati a prevenire le malattie sessualmente trasmissibili»


È guerra al sesso sicuro e all'educazione sessuale da parte di sedicenti associazioni che chiedono che i ragazzi siano tenuti all'oscuro di qualunque norma possa prevenire malattie sessualmente trasmissibili, forse auspicando che la morte possa coglierli se osano praticare sesso prematrimoniale.
Ed è così che La Manif Pour Tous, i Circoli La Croce di Adinolfi, il Comitato Articolo 26 e Famiglia Domani hanno scritto una lettera la vescovo di Treviso per chiedere un'intervento della curia sui programmi scolastici. I firmatari si dicono «increduli e smarriti di fronte alla bassezza della propaganda che investe i nostri figli e gli indifesi» e chiedono«nostro Pastore di guidarci e sostenerci nell'impegno per preservare in loro i doni della purezza e dell’innocenza, come si conviene alla loro età». Sostengono che «è nostro vivo desiderio crescere i figli nella retta educazione e morale cristiana, rispettosa della diversa sensibilità di ciascuno, ma non per questo avulsa dal naturale e ragionevole buon senso e sorda alle indicazioni del Magistero e della Dottrina cristiana» così da dirsi «profondamente turbati dalle “proposte educative” che alcuni gruppi e professionisti dell’educazione, incoraggiati e sostenuti dalle Istituzioni, stanno in questi giorni presentando ai giovani della nostra città».
Ed ancora, dicono che vogliono «difendere i figli che ci sono stati affidati e che saranno gli adulti e i cristiani di domani. Figli che sentiamo di dover difendere dalle insidie sempre più manifeste della teoria del gender, teoria che si pretende eticamente e “naturalmente” orientata ma che, nel merito e nei mezzi, si manifesta radicalmente a-morale, antiumana, e aggressivamente determinata al loro condizionamento perfino e soprattutto nei luoghi deputati all’istruzione».
La lettera purtroppo non precisa in che modo questa gente intenda «difendere i figli» una volta che saranno morti magari a causa di una qualche malattia presa per mancanza di informazione sui metodi di prevenzione.

Le associazioni allegano anche «un esempio fin troppo esplicito» in cui chiariscono qual è il loro problema: il 13 febbraio scorso è svolto un'evento organizzato dalla Rete degli Studenti Medi di Treviso con lo scopo di offrire riferimenti concreti per quanto riguarda la contraccezione, la concezione del sesso nella società, l’affettività e la prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili. Erano presenti anche figure professionali come la sessuologa Teresa Rando e la psicologa Miriam Bordignon, a disposizione dei cittadini e degli studenti che volessero ricevere risposte serie attraverso un dialogo con enti competenti.
Sia mai! Il sesso deve essere un tabù e Gandolfini è stato categorico nell'annunciare dal palco del Family day che si deve far sesso solo per procreare. «Il sesso non è un piacere», ha tuonato fra gli applausi degli integralisti. Ed è così che il pensiero unico di questa gente deve essere imposto con la forza: chi non condivide la loro ideologia non deve poter ricevere aiuti o informazioni. Insomma, in Italia siamo in una dittatura dei vescovi mica in una democrazia che rispetta la libertà individuale!

Intenzionati a trovare un appiglio per vomitare pregiudizi contro i gay, ecco che le associazioni integraliste dicono che durante il percorso veniva distribuita una cartolina in cui erano raffigurati«baci omosex, lesbici, etero». Lamentano fosse presente un riferimento al Cassero di Bologna e citano un articolo de Il Giornale per sostenere si tratti di un gruppo blasfemo. Ed è partendo da quella denigrazione che lamentano come la cartolina osasse contenere un link a casserosalute.it in cui «si è rilevato quanto segue: masturbazione, sesso orale, sesso anale, sesso vaginale, sesso con l'urina, sesso con le feci, sesso con i sex toys, sesso con pratiche bondage, ovvero con l'utilizzo di manette, fruste, collari, catene, pinze per capezzoli, piumini per sollecitare, lacci, ecc. che implicano una tipologia di gioco erotico basato sulla dominazione sottomissione (sado-masochismo); nonché pratiche di penetrazione vaginale o anale con l'intera mano comprendendo nel gioco anche la possibilità di partecipazione di più persone (orge)».
Da notare è come la loro comunicazione tenti di creare facile scalpore attraverso l'elencazione di una lunga serie di pratiche, spesso integrate con dettagli di cui non si trova traccia nei loro screenshot. Si evita accuratamente anche di dire che cosa venga spiegato in relazione a ciascuna pratica: si tratta infatti di schede che mostrano come prevenire rischi o problemi legati a certi atti. In un'Italia in cui l'educazione sessuale dei giovani viene affidata ai film porno, questa guida spiegava come praticare nel modo più sicuro qualunque tipo di pratica sessuale (in fondo la maggior parte dei ragazzi non ha la più pallida idea che i rischi il contagio da HIV a passarsi sex toys o che la loro igiene debba essere trattata con prodotti specifici).

A quel punto le quattro associazioni integraliste affermano che «il materiale “informativo” distribuito ai giovani, anche minorenni, sulla pubblica piazza non richiede alcun commento, dato il suo carattere assolutamente esplicito. Esso infatti, come si può vedere dalla documentazione allegata, si risolve in una sorta di manuale di pratiche erotiche e di pornografia».
Ovviamente basta consultare quelle pagine per osservare che quelle pagine non sono un manuale di pratiche che non vengono manco spiegate, ma un manuale alla prevenzione da malattie sessualmente trasmissibili legati a tali pratiche.
Eppure è sulla scia di una costruzione personale della realtà che proseguono nell'affermare che «l'iniziativa era accessibile a chiunque, e quindi anche ai minori» e che «all'organizzazione hanno partecipato attivamente due signore che, in qualità di “esperte” tengono nelle scuole della città i corsi di educazione alla affettività e alla sessualità». Al di là delle virgolette che mettono in dubbio la professionalità di due professioniste in quelal che è la consueta pratica diffamatoria di questi gruppi, da delirio è un ragionamento in cui si sostiene che una persona non sia competente se ha partecipato ad un'iniziativa in cui altre persone hanno distribuito cartoline scritte da altre realtà che riportavo un link ad un sito a loro poco gradito.
Il tutto riconsolare di al vescovo quasi come se si auspicasse un'ingerenza clericale che possa garantire che ai ragazzi non sia fornita alcuna informazione su come praticare sesso sicuro. Una censura violenta anche ai danni dei figli altrui, magari nate in famiglie meno bigotte in cui i genitori hanno piacere nel sapere che i loro figli potranno chiarire i loro dubbi sessuali con l'aiuto di un esperto e non di un qualche coetaneo che magari dice cose a caso giusto per far finta di sapere tutto sull'argomento.

Clicca qui per leggere la lettera inviata la vescovo.
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