La stampa italiana e quel genere errato che calpesta la dignità dei transessuali


Ad alcune persone non viene concesso un briciolo di rispetto neppure dopo la morte. Ancora una volta la stampa italiana ha ostentato tutta la sua omofobia nell'apostrofare al maschile la transessuale che è stata ritrovata morta all'intero del bagagliaio di una autovettura parcheggiata nel quartiere Fuorigrotta di Napoli: il Messaggero parla di "un transessuale trovato morto", il Secolo XIX dice che è stato "ucciso un transessuale", il TgCom opta per parlare di un "62enne trans sgozzato in auto". Napoli Today, Si 24 o Secondo Piano si lanciano nell'affermare che sia stato "ritrovato in un'auto il corpo di un uomo". Qualcuno ha addirittura preferito chiamarla con il nome di battesimo: quel Salvatore che da tempo aveva lasciato spazio a Simonetta.
Eppure non è così difficile da capire: un uomo che diventa donne è una transessuale, una donna che diventa uomo è un transessuale. Sbagliare il genere significa calpestare la dignità di una persona e negare ogni dignità alla loro vita. sarà che i vari Adinolfi stanno contaminando la società con la loro politica di violenza sociale contro qualunque forma di dignità, ma calpestare il genere di una persona morta significa umiliarla anche dopo la morte. Significa mancare id rispetto verso una scelta, imponendole il gioco di una visione limitata a chi ha troppi pochi neuroni per comprendere che al mondo esiste anche la diversità.

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