L'integralismo calpesta la Giornata della Donna e la strumentalizza per insultare Luxuria


«L'8 Marzo lo dedico a tutte coloro che hanno lottato per sentirsi donna e per sentirsi rispettate». È questo il messaggio positivo e benaugurate che Vladimir Luxuria ha voluto condividere sui social network.
Ma dato che viviamo in un Paese come l'Italia, in cui l'integralismo cattolico sta fomentando un clima d'odio e di violenza di rara perfidia, ecco che c'è chi non si è astenuto dall'ostentare la propria ignoranza. E tra le risposte c'è chi esordisce con un «Fai schifo ricchiò. Datti fuoco». Segue poi una donna che aggiunge: «La realtà è che sentirsi donna non sarà mai come esserlo davvero», così come rimarcato anche da un tizio che inneggia alla liberazione dei due marò (quasi a voler sottolineare la sua appartenenza politica).
Un volto noto dell'integralismo che passa la sua intera giornata sui sui social network con l'unico scopo di insultare gay e lesbiche non ha mancato di aggiungere: «Invidia?». Ed anche Forza Nuova non si è trattenuta a lanciare insulti gratuiti: «Sentirsi donna non è lo stesso che essere donna. Anch'io posso sentirsi Brad Pitt ma non sarò mai lui». Il problema, però, è che chi scrive queste frasi pensa di essere un uomo anche se i suoi atti chiariscono che non lo sarà mai.
Ovviamente c'è anche chi ha commentato in modo positivo le parole di Vladimir, ma resta l'evidenza di uno stato che tollera la violenza di genere e non risponde con l'informazione alla disinformazione creata da chi cavalca l'odio per cercare di ottenere una poltrona di Roma. Tant'è che anche lo scorso anno Vladimir fu vittima di aggressioni verbali altrettanto violente. In quell'occasione scrisse: «L'8 marzo è anche mio: auguri a tutti i modi di essere donna! Nonostante tutto nascere o diventare donna è bellissimo!» Tanto bastò perché un violento rispondesse: «Vladi Luxuria sarà sempre un surrogato mai un originale». Offese a cui la donna rispose con la sua inconfondibile classe: «Non posso obbligarla a percepirmi come donna così come Lei non può obbligarmi a percepirla come un essere umano».

Questa è la violenza che troppe persone sono costrette a subire quotidianamente solo perché altre persone non sono capaci di vivere senza cercare di far del male al prossimo. C'è chi lo fa per cattiveria e chi appare incapace di guardare oltre il proprio orizzonte, quasi come se il proprio vissuto fosse sufficiente a s stabilire come debbano vivere anche gli altri. Il tutto, peraltro, in un clima in cui personaggi noti hanno riacceso la violenza attraverso una pubblica legittimazione di omofobia e transofobia.
Ed è così che se Adinolfi si lagna di essere «preso d'assalto dalla comunità lgbt» per aver strumentalizzato la morte di un ragazzino pur di sostenere che che l'orientamento sessuale sia una possibile causa di raptus omicidi, ecco che qui si osserva la differenza: ci sono persone come lui che vengono criticate per atti ignobili commessi sulla base di scelte personali e c'è gente che viene insultata per il solo fatto di esistere. Un'evidenza che rende ancor più ignobili le parole con cui Adinolfi ha sciacallato una tragedia di cronaca nera anche per cercare di sostenere che l'omofobia non debba essere contrastata dalla legge, quasi come se si avesse il diritto di insultare qualcuno per il solo fatto che esista.
Incredibile è poi anche come questi movimenti non si facciano schifo da soli dinnanzi ad atti in cui una ricorrenza bella ed importante come la Giornata della Donna viene ridotta ad un qualcosa da utilizzare per insultare e mancare di rispetto alle donne attraverso i soliti distinguo di stampo fascista che annebbiano la loro menti.

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