Non gioca più a baseball perché gli altri giocatori volevano uccidere i gay


La scorsa stagione Tyler Dunnington ha deciso si abbandonare il baseball e lasciare la minor-league. A distanza di qualche tempo, è attraverso una lettera inviata ad Outsports che ha raccontato il motivo della sua scelta: a causa del suo orientamento sessuale, era costantemente al centro di discorsi d'odio da parte dei compagni di squadra e degli allenatori.
Shoccante ad esempio come un suo allenatore si sia presentato negli spogliatoi ed abbia esordito dicendo: «Andiamo a Wyoming ad uccidere i gay». Il macabro riferimento era Matthew Shepard, il 21enne che è stato ucciso nel 1988 perché gay. I suoi assassini l'avevano adescato, torturato e lasciato morire lentamente dopo averlo legato ad una staccionata. L'hanno ritrovato completamente ricoperto di sangue, lavato solo in volto per le lacrime che ha versato durante l'agonia.
Ma i problemi non si erano limitati a quel solo episodio. Spesso anche i compagni di squadra si cimentavano in discorsi anti-gay. Dopo aver scoperto che il fratello di loro compagno era gay, avevano iniziato a sindacare sulla possibilità di permettergli di venire alle partite. Anche in qual caso venne tirata fuori l'idea si ucciderlo, evidentemente come conseguenza di quanto avessero trovato divertente la proposta in tal senso suggeritagli dall'allenatore.
Ed è così che ancora una volta l'epilogo ha visto un ragazzo costretto ad abbandonare uno sport che amava solo perché alcuni ignoranti avevano deciso di rendergli la vita impossibile. Inutile a dirsi, inq uel contesto non avrebbe mai potuto essere sé stesso e avrebbe dovuto continuare ad avere paura che qualcuno scoprisse la sua sessualità.
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